È diventato un caso l’aggressione del rider aggredito mentre stava lavorando a Cagliari durante i festeggiamenti per il passaggio dell’Italia alla finale di Euro 2020. L’uomo è stato colpito da spintoni, calci, schiaffi fino a cadere a terra con il suo scooter. Qualcuno ha usato anche l’asta di una bandiera tricolore. Il video è diventato in pochissimo virale sui social. Immagini che hanno indignato in molti. L’episodio in Piazza Yenne, durante i festeggiamenti per la vittoria degli Azzurri ai rigori contro la Spagna, martedì 7 luglio.
“Ciao Alessandro, vorrei che fossi domani qui da noi al Comune”, l’invito del sindaco del capoluogo sardo Paolo Truzzu all’uomo. A salvare il lavoratore da un’aggressione e un epilogo potenzialmente peggiori alcune persone che si sono preoccupate di proteggere l’uomo e di aiutarlo ad alzare lo scooter. Alessandro Ghiani, 51enne, rider da 3 anni perché “altro lavoro non ce n’è”, è rimasto colpito all’aggressione ma ricorda con più trasporto l’aiuto ricevuto in quei momenti. Il sindaco “mi ha detto che avrebbe piacere di fare due chiacchiere con me – ha detto all’Ansa – Per me tutto è superato, certo al momento mi sono spaventato. Ma ricordo soprattutto i gesti di solidarietà: soprattutto un ragazzo e una ragazza che mi sono stati vicino e addirittura, pensando che mi avessero rubato le pizze, volevano ripagarmele“.
Sempre intervistato all’Agenzia il 53enne ha ricostruito quei momenti: “Avevo la strada libera ma improvvisamente sono stato inseguito da un gruppetto. Dico la verità: non mi hanno dato colpi alla faccia, ma molti battevano le mani sul casco. E anche quello fa male. Sono caduto perché qualcuno poi ha dato un calcio alla ruota. Ero disorientato, un po’ spaventato, ma non paralizzato dalla paura. Sono sicuro che volessero prendermi le pizze, forse una bravata, forse avevano fame. In realtà io stavo trasportando delle birre che avevo nello zainetto, non avevo pizze”.
Dalle immagini si vede un assembramento da altri tempi, pre-covid, come spesso succede nelle ultime settimane, da quando è stato sollevato il coprifuoco e tutta Italia è Zona Bianca. Giovani a torso nudo, la maggior parte senza mascherina. Sembrano giovanissimi quelli che senza alcun motivo se la prendono con l’uomo che in quel momento stava lavorando. “Non capisco che cosa sia potuto succedere – ha aggiunto ancora l’uomo – passo tante volte in piazza Yenne anche in mezzo a tanta gente. Ma è chiaro che c’era un’atmosfera diversa: forse qualcuno aveva bevuto troppo. La finale di domenica? No, non passerò in piazza Yenne”. L’uomo ha quindi ringraziato le persone che lo hanno aiutato. La sua consegna è andata a buon fine.
Un episodio simile, le cui immagini avevano fatto il giro dei social, e scatenato una grande ondata di indignazione e di solidarietà, anche attraverso delle campagne di crowfunding, si era verificato nella notte tra l’1 e il 2 gennaio scorsi a Napoli. Il rider 50enne Gianni Lanciato era stato aggredito in calata Capodichino. Un gruppo di ragazzi lo aveva minacciato con una pistola e gli aveva rubato lo scooter. Condannati a dieci anni di carcere, con rito abbreviato, i due maggiorenni che quella sera avrebbero messo a segno un altro colpo a mano armata a Casoria. Disposto anche un risarcimento nei confronti del rider. “Rispettiamo la condanna inflitta anche se la riteniamo particolarmente severa. Si tratta di ragazzi giovanissimi, da poco maggiorenni e la severità adottata, a nostro parere, rischia di rendere meno efficace la funzione rieducativa della pena che è massima quando opera su soggetti giovani. Una permanenza eccessiva in carcere può mettere a rischio lo sviluppo della personalità che è ancora in fieri, con il conseguente risultato di degradarli e desocializzarli. Confidiamo in una riforma in appello”, il commento dell’avvocato difensore Cacciapuoti.