“Non usiamo i missili Tochka-U della strage di Kramatorsk”, il debunking sulle dichiarazioni della Russia sui razzi

La Russia ha negato subito ogni coinvolgimento nella strage di Kramatorsk: presso la stazione della città nell’est dell’Ucraina almeno due missili, a quanto risulta al momento dalle prime ricostruzioni, hanno provocato come minimo 35 vittime, tra cui due bambini e oltre cento feriti. L’attacco rappresenta uno step ulteriore nella carneficina del conflitto arrivato al 44esimo giorno.

Da giorni Mosca ha deciso di spostare le proprie truppe e di concentrarle per portare l’assedio nelle Regioni orientali del Paese e in Donbass. Migliaia al momento dell’attacco le persone nei pressi dello scalo in attesa di poter lasciare l’area verso regioni più sicure del Paese. “Per i bambini”, la scritta su uno dei razzi la cui foto sta facendo il giro del mondo. Secondo osservatori e giornalisti d’inchiesta sarebbe una sorta ritorsione. “A vendicare i nostri bambini”, il senso.

Per smentire qualsiasi coinvolgimento nel bagno di sangue le forze separatiste filo-russe di Donetsk – quelle che nel 2014 dopo le rivolte di Euromaidan, la fuga di Viktor Janukovyc a Mosca, l’annessione della Crimea hanno proclamato due repubbliche indipendenti – hanno incolpato l’esercito ucraino dell’attacco sostenendo che sul posto sono stati rinvenuti “frammenti di un razzo Tochka-U”, che non è nella disponibilità delle forze russe o filo-russe, “ma è utilizzato attivamente dall’esercito ucraino”.

Foto da Twitter

Anche il ministero della Difesa di Mosca ha smentito che l’esercito russo abbia bombardato la stazione di Kramatorsk parlando di “provocazione” degli ucraini. “Si sottolinea in particolare – spiega ancora una nota del ministero – che i missili tattici Tochka-U, il cui relitto è stato trovato vicino alla stazione ferroviaria di Kramatorsk e pubblicati da testimoni oculari, sono usati solo dalle forze armate ucraine. Il 14 marzo 2022, un simile missile Tochka-U della Divisione della 19a Brigata Missilistica Separata delle Forze Armate ucraine ha colpito il centro di Donetsk, uccidendo 17 persone sul posto e ferendo altri 36 civili”.

Addirittura prima delle dichiarazioni di Mosca, il giornalista investigativo Jonny Tickle aveva postato il suo debunking sui social mostrando due articoli della media di Stato russo Zvezda e del media di stato bielorusso Belta. “Prima che la Russia dichiari che non usano il sistema di missili Tochka-U, ecco due articoli delle esercitazioni che si sono tenute lo scorso febbraio che mostrano come quei razzi fossero parte delle esercitazioni”. La tesi è la stessa ripresa da diversi media e osservatori internazionali. “I sistemi missilistici tattici Tochka-U svolgono il loro compiti a colpo sicuro, soprattutto in combinazione con le armi più recenti. In un attacco di gruppo a un finto nemico, insieme a Tochka-U, hanno partecipato i sistemi di lancio multiplo della bielorussa Polonaise”, si leggeva nell’articolo di Zvezda.

 

Altra tesi: profili di open source intelligence (OSINT), confermando che quelli che hanno colpito Kramatorsk sono vettori Tochka-U, hanno riportato filmati che mostrano veicoli russi (alcune marchiati con la ‘V’ bianca) nell’atto di trasportare di missili Tochka-U dalla Bielorussia in direzione del confine ucraino, fotografie di almeno un altro caso in cui la Russia avrebbe già utilizzato questa tipologia di vettore

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato inoltre che i missili che si sono abbattuti sulla stazione sono stati lanciati da una divisione ucraina nell’area della città di Dobropillja, a 45 chilometri a sud-ovest di Kramatorsk. La Tass ha riportato inoltre che il ministero ha ha richiamato l’attenzione sul fatto che le fotografie distribuite da Kiev mostrano attrezzature che non appartengono alla Russia. La commissaria per i diritti umani del Parlamento ucraino ha però precisato, qualche ora dopo l’attacco, che “l’esercito criminale russo ha usato un missile a grappolo ad alta precisione Iskander”, ha affermato su Telegram. Quest’ultima sarebbe un’ulteriore versione della carneficina della stazione.