Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio ora il tempo scarseggia. Entro la fine del mese il decreto cosiddetto ‘svuota carceri‘ passerà al vaglio del Consiglio dei ministri. L’annuncio lo ha fatto lo stesso ministro oggi a margine dell’inaugurazione della sede milanese del Tribunale dei brevetti. Per Nordio “chiamarlo decreto svuota carceri è un po’ improprio: era previsto come sapete nel precedente Consiglio dei ministri e poi è stato arricchito di altri provvedimenti sempre migliorativi. Sono certo che andrà entro la fine del mese al Consiglio dei Ministri”.

Decreto ‘svuota carceri’, le alternative alla prigione per tossici e stranieri

Nordio ha cercato di fare chiarezza, sulle misure presenti nel decreto e sugli obiettivi che il governo – e lui in particolare – vuole perseguire con una norma simile: “Non sarà sicuramente uno svuota carceri nel senso di aprire le porte per alleggerire la popolazione carceraria, che pure costituisce un problema. L’alternativa che noi proponiamo va in varie direzioni: prima di tutto consentire di scontare le pene per i reati minori e anche per i tossicodipendenti in strutture diverse da quelle carcerarie, soprattutto in comunità. Questa è la nostra grande sfida”. Ma Nordio vuole affrontarne anche un’altra di sfida, che – vista la posizione tenuta almeno a parole sull’immigrazione – sarebbe in linea con il governo di Giorgia Meloni: “Poi quella di far scontare la pena agli stranieri nei loro Paesi di provenienza. Noi abbiamo quasi 20mila reclusi stranieri, se riuscissimo anche solo per la metà a concludere accordi con i Paesi di origine per far scontare lì le pene avremmo già quasi risolto il problema”.

‘Svuota carceri’, la lotta alla carcerazione preventiva

Spazio nel decreto ci sarà anche e soprattutto sul nodo della carcerazione preventiva. Secondo Nordio è una situazione inaccettabile: “Abbiamo circa il 20% di persone in attesa di giudizio e molte di queste alla fine statisticamente vengono assolte, quindi la loro carcerazione si rivela ingiustificata. Ecco, il Dl Nordio, quello dove è compreso l’abuso d’ufficio, comprende anche una rivoluzione sull’ordinanza di custodia cautelare che sarà emessa da un organo collegiale previo interrogatorio di garanzia del deputato. Quindi limiterà molto la carcerazione preventiva e anche questo sarà un modo di alleggerimento. Naturalmente anche qui è illusorio pensare che possa accadere da un momento all’altro però la via è stata tracciata e già da un po’ inizieremo a vedere i benefici”.

Nuovo suicidio in carcere

Intanto che la politica temporeggia, però, la situazione delle carceri in Italia continua a essere insostenibile. E oggi è arrivato l’annuncio di un altro suicidio in un istituto penitenziario. L’ennesimo, per quello che è già un record negativo in Italia. Questa volta è successo nel carcere di Paola, in provincia di Cosenza. A renderlo noto è stato il Sindacato autonomo Polizia penitenziaria, con i segretari Salvatore Pnaro e Gerardo Coscarella: “Ieri sera, verso le 21, un detenuto italiano, originario della provincia di Salerno e da poco in carcere, si è impiccato con un lenzuolo annodato alla porta interna della cella in cui era ristretto da solo. La Polizia Penitenziaria ha attuato i protocolli per i soccorsi facendo intervenire prima i sanitari del carcere e poi chiamando il 118, ma i sanitari hanno potuto solo constatare il decesso”. “Come sindacato maggiormente rappresentativo del personale di Polizia Penitenziaria ribadiamo con forza la nostra convinzione che sia necessario un urgente, concreto ed efficace intervento del Governo, della Regione Calabria e di tutte le altre istituzioni locali volto a migliorare le condizioni di vita all’interno dei penitenziari del Paese. La politica non può continuare a rimanere silente dinnanzi alle continue aggressioni al personale ed al crescente numero di suicidi tra i detenuti” hanno detto i due sindacalisti.

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