Per Carlo Nordio, ministro della Giustizia, il problema del sovraffollamento delle carceri è in buona sostanza colpa dell’immigrazione nel corso degli anni. Nordio, infatti, parlando su SkyTg24 nel programma “Start” ha individuato l’aumento dei detenuti stranieri come una delle cause principali del caos attuale negli istituti penitenziari italiani.

Nordio e il problema delle carceri: “Sovraffollamento legato a immigrazione”

In realtà, per Nordio, “il problema riguarda un po’ tutti i Paesi europei: c’è stata una immigrazione quasi massiccia che ha portato a una popolazione carceraria di detenuti stranieri che supera da noi il 30%, in alcune realtà addirittura il 50%, per reati contro il patrimonio, connessi essenzialmente alla necessità di procurarsi da vivere. È là che va trovata una soluzione, non certo con una liberazione incondizionata che allarmerebbe la società”. Per Nordio poi c’è anche un altro nodo “di cui nessuno parla”: “Molti detenuti, specie quelli in attesa di giudizio, soprattutto gli extracomunitari, potrebbero essere mandati ai domiciliari ma non hanno un domicilio e non sanno dove andare. E anche questo non è un problema risolvibile in poche ore dopo che si è sedimentato per decenni”.

Carceri, il problema della costruzione di nuovi penitenziari le soluzioni del ministro per tossicodipendenti e stranieri

E per risolvere la questione, le soluzioni secondo Nordio non sono semplicissime. Il ministro prima di tutto ha premesso che l’azione del governo “non comincia adesso dopo queste polemiche”. Si parla spesso di costruire nuove carceri in modo da alleggerire il sovraffollamento nei penitenziari italiani, ma Nordio sottolinea il problema degli spazi e anche dei vincoli: “Un carcere come Regina Coeli in cui non puoi toccare tre porte di legno perché c’è il vincolo delle Belle Arti”. “Non siamo la California o l’Arizona, abbiamo pochi spazi. Adesso la cosa più importante che abbiamo fatto è la costituzione di un commissario straordinario che sarà nominato ad horas che avrà dei poteri molto più estesi anche per sburocratizzare. Secondo me, l’individuazione degli spazi in caserme dismesse è perfettamente compatibile, ma non è un problema che si può risolvere in poche ore dopo decenni, diciamo di indifferenza, in cui si è sedimentato”, ha aggiunto il ministro.

Carceri, le soluzioni di Nordio per tossicodipendenti e stranieri

E allora, se per costruire nuove carceri bisogna superare ostacoli particolari, ecco che Nordio parla delle soluzioni su cui si sta concentrando l’esecutivo di Giorgia Meloni e lui in primis. “Attualmente stiamo lavorando su un triplice binario: far espiare la pena ai detenuti stranieri nei Paesi di origine; spostare quando è possibile i detenuti tossicodipendenti in strutture di comunità; limitare la custodia cautelare, visto che i detenuti prima della condanna definitiva sono il 20%”. Sul trasferimento dei tossicodipendenti “in comunità serie, protette, non di speculazione”, il ministro dice che succederà “entro pochissimo, saranno fatti i bandi e tutti gli accertamenti tesi a far sì che tali strutture diano tutte le garanzie necessarie”.

Redazione

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