Riconosce che l’abrogazione dell’abuso d’ufficio è solo “un tassello di una riforma più ampia” e assicura, in realtà come fatto già più volte in passato, che arriveranno altre riforme a partire dai “reati contro la pubblica amministrazione che sono obsoleti” e dalle intercettazioni. A parlare è il ministro della Giustizia Carlo Nordio che nelle comunicazioni al Senato torna su alcuni argomenti assai sensibili alla stessa maggioranza e già frutto di dissidi interni.

Per Nordio “un pm che sequestra un cellulare” è un pm che “sequestra una vita”. Poi argomenta: “Ma voi credete che la mafia parli col telefonino se deve fare un attentato? Nel cellulare, fate un esame di coscienza, ci sono le cartelle cliniche e le fotografie delle tac inviate per consulto a distanza. Ci sono vite intere che vengono rovinate perché un pubblico ministero in nome di questa cultura giurisdizionale e della Giustizia, per una banalità enfatica che non ha nessun ingresso nella razionalità giuridica, sequestra il telefonino. E poi attraverso una serie di perversioni che transitano dai cancellieri agli avvocati (i dati sul cellulare) finiscono sui giornali”.

Nordio e le intercettazioni: “Barbaro medioevo, chi sequestra cellulare sequestra una vita”

Parole, quelle di Nordio, seguite da un annuncio: “Sul disegno di legge in materia di sequestro di dispositivi e sistemi informatici avevamo chiesto un differimento. Preannuncio l’imminente presentazione di un emendamento governativo prima delle votazioni previste per la prossima settimana”. Una iniziativa obbligatoria quella del numero uno di via Arenula per evitare il rischio “di cadere in un nuovo barbaro medioevo reso più sinistro e duraturo da limiti o risorse della tecnologia. Oggi c’è molto di più dei trojan. Per fortuna una sentenza della Corte costituzionale ha definito il cellulare qualcosa di molto più importante. Chi sequestra un cellulare, sequestra una vita”. Sul limitare le intercettazioni, anche per l’eccessivo costo economico, Nordio Precisa: “Non saranno mai toccate le intercettazioni nelle inchieste su mafia, terrorismo o gravi reati ma una razionalizzazione della spesa è necessaria”.

Tornando all’abuso d’ufficio, nel respingere le critiche di Anm, giustizialisti ed esperti, secondo cui l’abrogazione violerebbe gli obblighi internazionali e del diritto europeo, Nordio ricorda ancora una volta che “non vi è nessun contrasto con la Convenzione di Merida, né con l’Europa se noi aboliamo, come aboliamo, l’abuso di ufficio”, infatti “quello che ci chiede l’Europa non è l’abuso di ufficio da tenere, ma e’ di incentivare al massimo la lotta alla corruzione”, ha precisato. “Non esiste al mondo un reato spia, un reato strumentale per trovare un altro reato” ricorda Nordio.

La differenza tra il codice penale firmato da Mussolini e il codice di procedura penale demolito

“Si parla tanto di apologia di fascismo ma il codice penale che il giudice tiene in mano quando va a irrogare la sentenza, che gode di buona salute, è firmato da Benito Mussolini e Vittorio Emanuele III ed è del 1930 e gode di buona salute, mentre il codice di procedura penale del 1988-89, firmato da una medaglia della resistenza, Giuilano Vassalli, è stato demolito, imbastardito e modificato dalla Corte costituzionale, dal legislatore e da vari interventi legislativi. Se questa non è schizofrenia legislativa non so come si possa definire”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nelle sue comunicazioni al Senato.

 

 

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