La notte scorsa si è verificato un nuovo crollo all’interno del cimitero di Poggioreale di Napoli. Questa volta ad andare danneggiato è stato l’edificio dell’arciconfraternita di San Gioacchino. La stessa struttura era stata coinvolta nel crollo di inizio gennaio che trascinò tra le macerie salme e bare. La situazione da allora è ancora critica: nonostante le proteste dei familiari non è stata messa in atto alcuna ristrutturazione né operazioni di messa in sicurezza.

“Per voi si tratta solo di morti … per noi sono il passato, il nostro essere, i nostri affetti più cari. Esigiamo rispetto!”, le voci dei familiari raccolte da Il Riformista che da mesi non possono visitare i propri parenti defunti. Secondo le indagini il crollo di gennaio fu dovuto ai lavori di scavo delle gallerie della metropolitana tra Poggioreale e Capodichino. Una fuoriuscita di acqua di falda avrebbe allora provocato il cedimento. L’area è stata messa sotto sequestro da parte dell’autorità giudiziaria e dopo il dissequestro si è predisposto un accordo tra Vigili del Fuoco, Comune di Napoli e Metropolitana Spa per far ripartire il recupero delle salme e procedere alla messa in sicurezza. I pompieri dovrebbero lavorare in regime straordinario.

Per tre mesi il costo dei lavori, secondo Il Mattino, è stimato in 136mila euro. Se il vertice tra le parti previsto stamattina arriverà all’accordo, i lavori potrebbero partire la prossima settimana. I loculi andati danneggiati lo scorso gennaio erano oltre 200. Il Riformista aveva raccolto la rabbia e il dolore dei familiari che ogni 5 del mese si incontrano ai cancelli del cimitero per chiedere alle istituzioni di attivarsi per riaprire al più presto l’accesso e l’agibilità dei luoghi. Questo 5 giugno, invece, un altro cedimento. L’intero cimitero storico da quattro mesi chiuso a tutta la cittadinanza, non solo nella parte interessata dai crolli.

“Oltre a non poter far visita a nessuno loro cari – scriveva Rossella Grasso sul Il Riformistaquello che addolora maggiormente i familiari, è il pensiero dei cadaveri dei loro parenti lasciati lì, sotto le macerie, esposti alle intemperie e agli agenti della natura, senza nemmeno una copertura, in quella che per loro è già ‘una fossa comune’. E mentre la polemica si inaspriva qualcuno scorge appollaiato in prossimità del crollo un grosso uccello grigio. ‘Sono arrivati pure gli avvoltoi’, dice una signora. Difficilmente un simile uccello potrebbe arrivare a Napoli ma l’orrore nel pensare ai corpi dei loro defunti lasciati all’aria è grande”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.