La mazzata per il Paese
Nuovo Patto di Stabilità, cosa cambia per l’Italia: così per Meloni addio riforma delle pensioni e Irpef
Un disastro per il governo Meloni. Può essere riassunto così il nuovo nuovo Patto di Stabilità che la Commissione Europea ha presentato mercoledì e che potrebbe entrare in vigore già all’inizio del 2024, dopo la sospensione nel marzo del 2020 per lo shock economico provocato dalla pandemia di Covid-19 e la “sbornia” di bonus grazie alle regole Ue sospese.
Quello presentato dal commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni e dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis è infatti, secondo l’ex consigliere della Bce Lorenzo Bini Smaghi, un “commissariamento della politica di bilancio dei paesi ad alto debito. In particolare dell’Italia”, spiega a Repubblica.
A dirlo, nella loro consueta brutalità, sono i numeri: all’Italia, in base alle simulazioni europee, sarebbe richiesta una correzione di bilancio fino a 15 miliardi l’anno per quattro anni in caso di accordo con Bruxelles per una riduzione pari allo 0,85% del Pil. Un aggiustamento dei conti pubblici che scenderebbe a 8 miliardi, ma per 7 anni, se invece la percentuale dovesse calare allo 0,45% del Pil, ipotesi questa più probabile per Paesi come il nostro ad alto debito pubblico. Resteranno invariati i parametri dei trattati che fissano un tetto per il deficit al 3% del Pil e per il debito al 60% del Pil.
Fonti europee sottolineano come si tratti di cifre legate alla cosiddetta traiettoria tecnica, che è solo “il punto di partenza” delle discussioni che avranno singoli Paesi e Commissione sui piani pluriennali di rientro del debito e riforme. E, in ogni caso, si tratterebbe di un aggiustamento inferiore a quello richiesto all’Italia con le regole attuali.
Ma è sul piano politico che il nuovo Patto di Stabilità rischia seriamente di compromettere la “luna di miele” del governo Meloni con gli italiani. L’esecutivo aveva promesso infatti interventi sulle pensioni e sull’Irpef ma, col nuovo Patto, potrebbero saltare o finire per essere molto meno incisive causa mancanze di risorse.
Lo sottolinea il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in un colloquio col Corriere della Sera. “Il nuovo Patto di stabilità impone una rigorosa revisione della spesa, di tutta la spesa, compresi gli investimenti”, spiega il titolare del dicastero di via XX Settembre. “La spending review dovrebbe riguardare anche gli investimenti del Pnrr che hanno un impatto sugli obiettivi”, col riferimento ai progetti basati sui prestiti europei (per circa 120 miliardi di euro) che entrano nel debito pubblico.
Come sottolinea Repubblica, spazio economico per le riforme promesse dalla premier Meloni e dalla maggioranza ce ne sarà sempre meno. Per questo l’unica strada praticabile appare quella di trovare soldi all’interno del bilancio disastrato dello Stato, ovvero effettuare tagli. Via non solo deduzioni e detrazione, dove il governo aveva già promesso di intervenire: potrebbe essere colpito nuovamente il reddito di cittadinanza, già pesantemente sforbiciato dall’esecutivo.
Il progetto di nuovo Patto di Stabilità presentato mercoledì da Gentiloni dovrà ovviamente superiore un complicato negoziato con gli Stati membri dell’Unione europea. Come sottolinea il Corriere c’è chi, come la Germania, è sul piede di guerra perché vorrebbe affidare meno poteri “discrezionali” alla Commissione, in particolare per i parametri quantitativi annualmente misurabili per la riduzione del debito pubblico, soprattutto per quelli più esposti proprio come l’Italia.
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