Anna come sono tante e soprattutto Anna che vorrebbe andare via. La voce è quella dell’indimenticabile Lucio Dalla, ma il soggetto e l’interpretazione sono della vicepresidente della Camera, per l’appunto, l’onorevole Anna Ascani. Già una bellissima carriera alle spalle, tanta intraprendenza e voglia di andare via, per restare fedele al testo della canzone.

Entrata giovanissima (25 anni) alla Camera, alle elezioni del 2013, grazie ai buoni uffici del duo Letta-Bersani, da subito in evidenza per la sua indole: quella astutissima capacità di levare le tende, al momento giusto. E a farne le spese a quel giro furono gli ultimi mentori. Memorabile infatti lo scontro che avvenne qualche anno dopo in Bouvette. “A te ti ho trovato io” dice l’ex nume tutelare di Articolo Uno alla deputata, “Invece mi ha trovato Enrico”, la puntuta precisazione di lei.

Va ricordato, che con l’arrivo di Matteo Renzi al Nazareno, l’umbra ‘piè veloce’ si trasforma in una delle più attive parlamentari ‘renziane’, tanto da diventare tra i principali volti televisivi del nuovo corso, insieme ad Alessia Morani e Simona Malpezzi.

Una militanza che la spingerà nel 2019, dopo le dimissioni dell’ex sindaco di Firenze dalla segreteria dem, a candidarsi in ticket con Roberto Giachetti alle primarie che incoronarono Nicola Zingaretti. Un esito che scontentò la vicepresidente di Città di Castello, ma che la portò a commentare fieramente: “Evidentemente c’è chi pensa che dobbiamo avere nostalgia di D’Alema e Speranza; c’è chi pensa che i populisti si battano alleandosi con loro, con i protagonisti del governo più di destra e pericoloso della storia della Repubblica”. Il riferimento è naturalmente al M5S, diventato qualche settimana dopo, il perno dell’alleanza giallorossa, nonostante le ire dell’umbra. Perbacco.

Comunque sia, superato lo choc delle primarie, Anna, tanto per tenersi in allenamento, decide di nuovo di fare i bagagli. D’altra parte Esopo spiegherebbe che è la ‘natura’ dello scorpione. Il primo rifugio è di tutto riguardo, con Debora Serracchiani, viene eletta alla vicepresidenza dell’assemblea nazionale dem. Nel mirino però c’è l’ascesa al governo. Così con la nascita del Conte due, la nostra beniamina entra come viceministro all’istruzione, che poi con l’arrivo di Draghi diventerà un sottosegretariato al ministero dello sviluppo economico.

Il ritorno di Enrico Letta al Nazareno è la chiusura del cerchio, Anna torna a pieno titolo nell’inner circle della segreteria, mettendo in cassaforte la ricandidatura alle politiche. Inizia la nuova legislatura e la promettente deputata inizia con un passo falso, d’altra parte come tanti altri, si affida ai sondaggi, e punta tutte le sue fiches sul leader sbagliato. “Credo che Stefano Bonaccini sia la persona giusta per tenere insieme il nostro partito”, dice schierandosi alle primarie vinte poi malauguratamente da Elly Schlein. Poteva finire con una carriera così eclatante, a fare la minoranza insieme ai mai amati parlamentari di Base Riformista?

Non facciamo scherzi. Passa solo una settimana ed Anna Ascani e Marco Meloni, entrambi avevano sostenuto il Presidente dell’Emilia Romagna, fanno la mossa decisiva. Quando si dice avere nel sangue i tempi giusti. Nella conta per i nuovi capigruppo, decidono di schierarsi a favore della nuova maggioranza, e per nobilitare un’idea vecchia quanto il mondo, scelgono di chiamarsi Nuovo Ulivo, anche se l’Ulivo non c’entra niente.

In realtà fanno venire meno i voti dell’opposizione, che a quel punto non presenta neanche candidature alternative, ed incoronano di fatto Chiara Braga alla Camera, ed il ‘patriarca’ Francesco Boccia a Palazzo Madonna.

Insomma una nuova corrente, che ora Anna e Marco (ma in questo caso la canzone di Dalla è estranea) hanno deciso di strutturare, convocando l’assemblea fondativa il 22-23 settembre sul lago di Iseo. Il titolo scelto è impegnativo: “Crea: l’Italia che faremo”. Loro Anna e Marco intanto sfruttando l’interregno di Letta dopo la scoppola elettorale hanno già ‘incassato’: Meloni, un sardo definito anche dagli amici come ‘cattivissimo’, questore del Senato, l’Ascani, indubbiamente più mite, vicepresidente della Camera.
Scrive Repubblica che il nuovo ‘giocattolo’ sia funzionale ai disegni dei padri nobili. Attenti a quei due.

Una mossa che guarda più a ristabilire nuovi equilibri dentro la maggioranza di Elly Schlein, che non a scompaginare ulteriormente la minoranza, che più di così sarebbe oltretutto impossibile.

Con la segretaria del Pd infatti prevale il circolo degli esterni come lei (Marco Furfaro, Igor Taruffi, Marta Bonafoni) oltre alla corrente di Andrea Orlando, un asse che sposta completamente a sinistra il partito. Da qui l’esigenza di rafforzare l’affollata area di maggioranza con il battesimo della nuova creatura, che alla bisogna può apparire anche moderata. Una certezza però resta: la valigia di Anna è sempre pronta nel corridoio, ora è un periodo di ‘stanca’, ma chissà nel futuro quante nuove mete.

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Vive a Roma ma è cresciuto a Firenze, è un antico frequentatore di corridoi, ha la passione per Philip Roth e per le melanzane alla parmigiana, predilige il paesaggio della Versilia