L'ex presidente Usa a Glasgow
Obama alla Cop26 striglia i ‘grandi della Terra’ e accusa Cina e Russia assenti al vertice: ma per i giovani attivisti è “un traditore”
È la giornata di Barack Obama a Glasgow. L’ex presidente degli Stati Uniti è intervenuto infatti alla Cop26 nella città scozzese per tenere una tavola rotonda con una decina di giovani attivisti ambientali di tutto il mondo nell’ambito della Conferenza Onu sul clima.
Obama che ha rilanciato l’allarme sulle condizioni del pianeta, ricordando che “il tempo sta scadendo” e che nonostante si siano stati fatti significativi progressi dall’accordo di Parigi bisogna “fare di più”, sia “collettivamente che individualmente”.
Un particolare focus l’ex presidente degli Stati Uniti lo ha dedicato alle isole e ai loro delegati volati a Glasgow, i territori più minacciati dal riscaldamento globale a causa dell’innalzamento del mare. Una minaccia che per Obama è un po’ come quello un tempo “nelle miniere di carbone dai canarini” per segnalare fughe di gas e sciagure incombenti. Per questo Obama, che essendo cresciuto alla Hawaii si è definito egli stesso “un island kid“, ha ammonito i grandi della terra e non solo: “Tutti abbiamo un compito da svolgere e sacrifici da fare”.
Non è mancato anche un attacco al suo successore alla Casa Bianca, quel Donald Trump che aveva ritirato gli Stati Uniti dagli accordi sul clima di Parigi. Un evento che Obama ha ricordato nel suo intervento, sottolineando come tale scelta abbia fermato “alcuni dei nostri progressi sulla lotta al cambiamento climatico”. “Non siamo neanche lontanamente dove dovremmo essere. Per cominciare, nonostante i progressi rappresentati da Parigi, la maggior parte dei Paesi non è riuscita a soddisfare i piani stabiliti sei anni fa“, ha quindi aggiunto l’ex inquilino della Casa Bianca.
Altro affondo è poi destinato leader politici assenti, in primis Russia e Cina: “È stato particolarmente scoraggiante vedere i leader di due dei più grandi emettitori del mondo, Cina e Russia, rifiutarsi di partecipare al procedimento, e i loro piani nazionali riflettono quella che sembra essere una pericolosa assenza di urgenza“, ha attaccato Obama.
LE ACCUSE A OBAMA DEGLI ATTIVISTI – L’intervento di Obama viene però aspramente criticato da Vanessa Nakate, la giovane attivista per il clima recentemente salita alle luci della ribalta.
Su Twitter l’attivista africana posta infatti un video di ben 12 anni in cui l’allora presidente americano interveniva alla Cop15 assicurando politiche per combattere il cambiamento climatico. “Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti hanno tradito le loro promesse, questo costerà perdite di vite umane in Africa“, scrive su Twitter Vanessa.
Mr @BarackObama, I was 13 when you promised $100B #ClimateFinance. The US has broken that promise, it will cost lives in Africa. Earth’s richest country does not contribute enough to life-saving funds. You want to meet #COP26 youth. We want action. Obama & @POTUS #ShowUsTheMoney pic.twitter.com/40HCsqA5s3
— Vanessa Nakate (@vanessa_vash) November 8, 2021
“Il paese più ricco della Terra non contribuisce abbastanza ai fondi salvavita“, prosegue l’attivista attaccando: “Tu vuoi incontrare i giovani della COP26. Noi vogliamo i fatti”.
E’ invece tornata a casa, non perdere troppi giorni di scuola, Greta Thunberg. L’attivista svedese diventata simbolo del movimento giovanile mondiale contro il cambiamento climatico, dopo aver animato nei giorni scorsi la manifestazioni di piazza a Glasgow, ha snobbato l’arrivo dell’ex presidente degli Stati Uniti dopo aver chiarito che i risultati ottenuti dalla Cop26 sono stati “deludenti”.
Greta lasciato la città scozzese nel weekend in treno per tornare a Stoccolma. Il suo giudizio sulla Conferenza Onu sul clima, d’altronde, era stato netto già nei giorni scorsi: un vertice che si stava configurando come “un fallimento” privo di impegni sufficientemente concreti o ravvicinati contro il surriscaldamento della Terra, come un esempio di “greenwashing” e come l’ennesima “celebrazione del business as usual e del bla bla bla“.
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