Stazioni paralizzate
Odissea Frecciarossa, oltre 330 minuti di ritardo e pendolari in lacrime: “Voglio dormire, ho smontato dalla notte in ospedale e arrivo a casa dopo cena”
Lunedì nero per Trenitalia. Lunedì di disagi con ritardi superiori anche a 300 minuti a causa di un guasto alla linea elettrica aerea di alimentazione dei treni avvenuto nei pressi della stazione Roma Prenestina. L’esempio chiave è quello di un Frecciarossa 9311, proveniente da Torino e diretto a Napoli, che doveva partire alle 13.53 dalla stazione Termini di Roma. E’ partito invece alle 17.45 con l’arrivo nella stazione centrale del capoluogo partenopeo previsto alle 20.30 (eravamo a bordo, è arrivato, per fortuna, alle 20.07). Riepilogando un treno ad alta velocità con arrivo previsto a Napoli poco dopo le 15 (15.03), arriva dopo ben cinque ore. Un viaggio a poco più di 100 chilometri orari quello dei Frecciarossa, costretti ad essere instradati sulle linee convenzionali tra Firenze e Roma e tra Roma e Napoli (via Formia e via Cassino).
Le cause del guasto – che hanno visto coinvolto un treno ad alta velocità arrestatosi in linea – sono in corso di accertamento, spiega in una nota Ferrovie. Ripercussioni lungo l’intera dorsale tra Milano e Napoli e sulle direttrici da Verona e Venezia a Roma (ma anche da Torino), con riprogrammazione dei servizi, ritardi e alcune cancellazioni.
Dallo smonto dopo la notte in ospedale all’arrivo a casa per cena
“Voglio dormire, non ce la faccio più, ho fatto la notte in ospedale e sono partita per tornare a casa ma arriverò, se tutto va bene, dopo oltre 12 ore” lo sfogo di una ragazza proveniente da una struttura del nord Italia e in attesa sulla banchina del binario 7 a Termini che parta il Frecciarossa 9311. E’ al telefono e piange. Aspetta da oltre tre ore che il suo treno parta per arrivare a Napoli. Ci spiega che lavora saltuariamente in un ospedale del nord Italia. “Non è possibile tutto questo. Ho chiesto informazioni al personale in stazione e sono stata insultata. Se avessi fatto io una cosa del genere in ospedale con un paziente mi avrebbero subito licenziato”. Parole forti le sue, dettate soprattutto dalla situazione di sconforto vissuta in una delle giornate più drammatiche per i treni ad alta velocità. Personale di Trenitalia che, in effetti, è stato paziente con le migliaia di persone che si sono succedute nello scalo ferroviario romano.
Tutto è iniziato con un guasto alla linea elettrica poco prima delle 11 di lunedì 23 ottobre. Guasto nei pressi della stazione Prenestina che ha causato sin da subito forti disagi, degenerati poi nel corso della giornata, arrivando, così come pronunciato più volte all’interno del Fracciraossa dal personale, fino a 330 minuti. Una vera e propria odissea per migliaia di pendolari che ogni giorno si affidano ai servizi offerti dal sistema di trasporto pubblico nazionale. C’è chi ha trascorso buona parte della giornata a lavorare in treno perché tra ritardi all’andata e uscita anticipata per poter rientrare da Roma a Napoli.
Sulla giornata nera dell’alta velocità interviene anche il Codacons: “Si moltiplicano le segnalazioni dei viaggiatori circa gli enormi disagi legati al disservizio odierno – spiega il Codacons – Alcuni utenti denunciano la carenza di informazioni e di assistenza da parte delle società ferroviarie, altri problemi fisici legati alla mancanza di aria condizionata a bordo dei convogli fermi”.”Situazioni che possono legittimare la richiesta di risarcimento danni da parte degli utenti coinvolti, anche sulla base della recentissima sentenza della Cassazione che, per il caso di un treno rimasto fermo per ore a causa di un disservizio sulla linea, ha riconosciuto il diritto dei passeggeri al risarcimento dei danni esistenziali, ossia quei danni non patrimoniali legati all’impossibilità di svolgere una determinata attività, come recarsi al lavoro, ad un appuntamento, ecc.”, conclude il Codacons.
© Riproduzione riservata