Gli 80 anni del grande fotografo
“Oliviero Toscani era legato a Pannella, ora non ha un partito dietro e per questo non trova spazio in Rai”, parla Michele Anzaldi
Oliviero Toscani il prossimo 28 febbraio compie 80 anni. Nei giorni scorsi il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di vigilanza sulla Rai Michele Anzaldi ha espresso perplessità sulla valorizzazione dell’artista da parte della televisione pubblica.
Onorevole Anzaldi, in occasione degli 80 anni del fotografo Oliviero Toscani lei ha dichiarato che la Rai avrebbe fatto poco per valorizzarne l’attività. Perché?
“Oliviero Toscani è uno degli artisti italiani più conosciuti al mondo, ha lavorato in tutti i più importanti contesti internazionali, può vantare esperienze personali senza precedenti, pensiamo al suo racconto per immagini di personaggi grandissimi nel Novecento come Don Milani, Andy Warhol, Kassius Clay, i Beatles. Eppure in Rai la sua arte non ha mai trovato spazio. Perché?”.
Che risposta si è dato a questo ostracismo?
“Di certo Toscani è uno spirito libero, un vero artista indipendente. Detto più brutalmente, non ha un partito dietro. O peggio l’unico partito con il quale ha avuto un grande rapporto offrendo il suo contributo artistico sono stati i radicali e in particolare il loro storico leader Marco Pannella, tra i principali oppositori alla lottizzazione partitica nel servizio pubblico. In Rai vediamo, invece, che vengono chiamati dall’esterno spesso collaboratori senza alcun curriculum valido, solo perché ritenuti in quota a questa o quella forza politica, graditi a questo o quel leader. Ecco, Toscani non ha quota, e quindi in questa Rai non trova posto. Inoltre Toscani non ha un agente, non fa parte di quelle 3-4 cosiddette scuderie che ormai sono diventate un lasciapassare necessario per poter lavorare nel servizio pubblico. La grave verità è che per lavorare Rai o si ha un partito dietro, o si collabora con alcuni precisi agenti dello spettacolo. Uno scenario sempre più inquietante”.
Ma quindi ritiene che verso Toscani ci sia una vera e propria censura?
“Non so se possa chiamarsi censura. Di certo se c’è da far parlare Toscani come polemista, magari per sollevare qualche polverone mediatico, gli studi Rai sono aperti. Se, però, c’è da parlare della sua arte, del suo lavoro sulle immagini, le porte sono chiuse. E tutti sappiamo che i temi trattati dall’arte di Toscani sono sempre stati forti, particolari, per nulla scontati. Basti ricordare le sue battaglie contro la pena di morte, sulla mafia, sui trapianti, sull’anoressia, sulla libertà religiosa, battaglie artistiche spesso difficili non solo in Italia ma anche all’estero, si pensi che per anni Toscani è stato addirittura sotto processo negli Usa in Missouri proprio sulla pena capitale. Evidentemente si tratta di questioni che in Rai fanno ancora paura”.
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