La prova nella missiva
Olocausto, Papa Pio XII sapeva. La lettera con accenno ai crimini nazisti e il silenzio della Chiesa
La notizia arriva contestualmente a quella della messa a disposizione di tutti i documenti relativi al pontificato di Pio XII, Papa dal 1939 al 1958. Il fatto mette tutt’oggi a dura prova il suo processo di beatificazione avviato nel 1967

Il pontefice Pio XII era a conoscenza degli orrori perpetrati dai nazisti nei campi di sterminio: più che una supposizione è un fatto deducibile da una lettera datata 14 dicembre 1942 scovata dall’archivista vaticano Giovanni Coco, che ne parla nel numero del 17 settembre di “la Lettura”, in un’intervista a Massimo Franco.
Nella missiva, il messaggio proviene dal gesuita antinazista Lothar König ed era indirizzato al segretario particolare del Papa, Robert Leiber. All’interno si fa riferimento al forno crematorio delle SS nel campo di concentramento di Bełzec, in Polonia occupata dai tedeschi, menzionando anche quello di Auschwitz.
È “l’unica testimonianza di una corrispondenza che doveva essere mantenuta e prolungata nel tempo” e rappresenta quindi una prova cruciale riguardo all’esistenza di un flusso di informazioni sui crimini nazisti che giungevano alla Santa Sede in contemporanea con l’attuazione del genocidio.
La notizia arriva contestualmente a quella della messa a disposizione di tutti i documenti relativi al pontificato di Pio XII, Papa dal 1939 al 1958.
La possibilità di consultare il vasto materiale ha consentito agli studiosi di intensificare gli sforzi per comprendere meglio il comportamento del Pontefice in quel periodo e un’opportunità per confrontare diverse prospettive si presenterà durante il convegno internazionale in programma a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana in programma dal 9 all’11 ottobre: “I nuovi documenti dal pontificato di Pio XII e il loro significato per le relazioni ebraico-cristiane”.
Se in passato in Vaticano si riteneva che i lager fossero “soltanto” campi di concentramento, le informazioni fornite da König andavano ben oltre, rivelando che nell'”altoforno” di Rava Rus’ka, ovvero Bełzec, “ogni giorno morivano fino a 6.000 uomini, soprattutto polacchi ed ebrei”. La lettera dipinge un quadro dell’orribile macchina della morte.
In questo senso appare facile contestualizzare il lungo discorso natalizio del Papa tenuto il 24 dicembre 1942, in cui faceva riferimento alle “centinaia di migliaia di persone che, senza colpa propria, talvolta solo a causa della loro nazionalità o etnia, erano destinate alla morte o a un progressivo deperimento”. Il silenzio di Pio XII mette tutt’oggi a dura prova il suo processo di beatificazione avviato nel 1967 e oggetto di controversie all’interno della Chiesa cattolica.
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