In una società in cui gran parte della comunicazione e delle relazioni avvengono attraverso internet e i social è forse sempre più importante mantenere la dimensione dell’incontro reale con l’altro: un amico, la persona che amiamo, la famiglia. Questo incontro reale è qualcosa che ci aiuta a ridare il giusto peso anche al tempo e allo spazio. Sempre più viviamo noi stessi e le nostre relazioni in funzione di essi e non viceversa. Lo spazio da percorrere per riempire i vuoti che abbiamo deciso di voler vivere e il tempo che decidiamo di inseguire pur di avere la sensazione di non perderlo sono due costanti nella vita post-moderna europea. Quante volte ci sentiamo in ritardo o non ci sentiamo nel luogo giusto, pensiamo a ciò che dobbiamo fare dopo o al luogo dove vorremmo essere rispetto a quello dove siamo.

Sembra che questa frenesia data dalla miriade di possibilità che la tecnologia ci sta dando ci faccia dimenticare che siamo noi che possiamo donare spazio e tempo e quindi vivere oltre di essi. Per aiutarci in tal senso è forse necessario, nelle nostre città, e nelle connessioni tra le varie città europee riflettere sulle infrastrutture e in particolare sui mezzi di trasporto. Se infatti da un lato le tecnologie virtuali ci propongono infinite possibilità da realizzare, la vita reale e i nostri spostamenti fisici spesso trovano molti impedimenti che creano anche disagi psicologici. Si pensi alle tante barriere per i disabili nelle città, che impediscono loro di muoversi liberamente senza creare ostacoli, anche interiori, al loro vivere; si pensi anche a quelle città in cui i mezzi di trasporto sono deficitari.

Le ambizioni e le possibilità interiori, in queste ultime, vengono continuamente frustrate. Ciò crea insofferenza e in ultima analisi rabbia. Gli incidenti e le liti sulle strade e sui mezzi di trasporto sono all’ordine del giorno in molte capitali europee. Anche le connessioni più veloci tra città di diversi paesi possono aiutare a vivere il lavoro, il business e le relazioni in modo più sereno. Un esempio sono le tante relazioni a distanza che si sono instaurate in Europa, anche grazie all’Erasmus. Pare, a volte, di vivere in una realtà a due velocità: quella del virtuale e quella fisica. È forse il tempo di riflettere prima interiormente su questo e poi agire anche a livello esteriore.

In una Europa che sembra sempre più volersi dividere su tante questioni politiche è forse il momento di rinsaldare quel “sistema circolatorio” delle nostre relazioni che sono i mezzi di trasporto europei. Sarebbe necessario creare nelle città dei nuovi mezzi di trasporto più agili (una possibilità sono le cabinovie usate in montagna) e delle reti ferroviarie (che, peraltro, hanno un impatto ecologico minore rispetto agli aerei) tra le capitali europee sempre più ad alta velocità ed interconnesse. Questo ci darebbe la possibilità di stare al passo con i nostri desideri virtuali e vivere lo spazio ed il tempo non come una continua rincorsa, ma come un luogo da abitare serenamente: le barriere fisiche creano barriere psicologiche. Un esempio virtuoso di come i trasporti possono creare senso di comunità a livello europeo è sicuramente l’interrail.

Ricordo quando io stesso lo feci, è stata una esperienza indimenticabile fatta di incontri, di spazi e di tempi, culture, sapori e vite diverse tra loro ed attraversate dagli stessi binari che permettevano di andare oltre lo spazio ed il tempo. Per chi non lo conoscesse, l’Interrail, è un fenomeno che ha definito generazioni di viaggiatori europei, ha una storia affascinante che riflette l’evoluzione del concetto di viaggio e la crescente integrazione europea. La sua nascita negli anni ’70 rappresentava non solo un’innovazione nel settore ferroviario, ma anche un simbolo di libertà e avventura per la gioventù europea. È stato lanciato nel 1972 come un’iniziativa per celebrare il 50° anniversario dell’Unione Internazionale delle Ferrovie (UIC). Originariamente, il pass era disponibile solo per i giovani di età inferiore ai 21 anni, offrendo loro l’opportunità unica di viaggiare in treno attraverso diverse nazioni europee a un prezzo estremamente accessibile. Questo progetto mirava a promuovere la comprensione interculturale e a rafforzare i legami tra i paesi europei nell’era post-bellica, facilitando al contempo la scoperta delle ricchezze culturali e naturali del continente. Negli anni, il programma è stato esteso per includere fasce d’età più ampie e, infine, viaggiatori di tutte le età. Sebbene inizialmente fosse concepito come un’offerta per i giovani, la crescente domanda da parte di adulti e famiglie ha portato all’introduzione di pass flessibili, adattati a diverse esigenze di viaggio. Il legame tra Interrail e l’Unione Europea si è ulteriormente rafforzato con l’introduzione del programma DiscoverEU nel 2018.

Questa iniziativa, finanziata dall’UE, offre ai giovani di 18 anni pass gratuiti per viaggiare in Europa, promuovendo l’apprendimento interculturale, l’attivismo civico e la consapevolezza europea tra i giovani cittadini. DiscoverEU ha riconosciuto e amplificato il valore educativo e unificante dell’Interrail, dimostrando l’impegno dell’UE nel rendere il viaggio e le scoperte culturali accessibili a tutti i giovani, indipendentemente dal loro background economico.
Se le persone creano il contesto in cui si vive anche il contesto in cui si vive crea le persone. Se le barriere fisico/mentali ci portano a vivere in un continuo chronos per cui le aspettative virtuali non vengono mai compiute, implementare sempre di più le infrastrutture, i trasporti cittadini e tra capitali europee, può aiutarci a entrare nella dimensione dell’opportunità e della serenità più che della frustrazione: la dimensione del kairos, della pienezza del qui ed ora, che unisce e trascende lo spazio ed il tempo.

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Professore universitario, romano, classe 1984. È laureato in Giurisprudenza ed è dottore di ricerca in filosofia del diritto, politica e morale. Ha lavorato per l’UE e per lo European Patent Office. Attualmente svolge attività di consulenza come Policy Officer per le policies europee. Appassionato di filosofia, cerca, nei suoi scritti, di ridare un respiro esistenziale alla quotidianità e alle sfide politiche