Il caso del piano "di pace" infiamma la campagna elettorale
Ombre russe sul governo Draghi, nuovi retroscena sulla missione Salvini-Capuano: “Progettavano un viaggio anche in Cina”
La “smentita istituzionale” annunciata da Matteo Salvini non è bastata: il segretario della Lega resta al centro del presunto caso delle “Ombre Russe” dietro la crisi politica che ha portato alla fine del governo Draghi. Una vicenda esplosa sulle colonne del quotidiano La Stampa che ieri ha pubblicato un retroscena, scritto a partire da documenti di una non meglio specificata intelligence, sui contatti tra il funzionario dell’ambasciata russa in Italia Oleg Kostyukov e l’emissario del leader del Carroccio Antonio Capuano. È il seguito della vicenda del viaggio emersa nei mesi scorsi.
Kostyukov, secondo il retroscena, avrebbe chiesto a fine maggio all’emissario se “i ministri leghisti sono intenzionati a dimettersi?”. Le nuove indiscrezioni di stampa pubblicate oggi riguardano il seguito della vicenda: un presunto incontro tra Salvini e Putin, un altro con l’ex premier Dmitry Medvedev e un contatto anche con l’ambasciata cinese in Italia organizzate sempre nell’ambito della “missione di pace” dell’ex ministro dell’Interno. “Fesserie”, aveva già replicato ieri Salvini annunciando una “smentita istituzionale”. Dichiarazione che era arrivata in giornata, quella dell’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, il sottosegretario Enrico Gabrielli.
“Le notizie apparse sul quotidiano La Stampa, circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’Avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il Governo Draghi, sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli, apparsi nei mesi scorsi”. Il direttore del quotidiano Massimo Gianni aveva tuttavia risposto parlando di “documenti informali di sintesi del lavoro di intelligence comunicato a suo tempo ai competenti livelli istituzionali”.
I nuovi retroscena pubblicati oggi parlano dell’ambasciata russa che informava Capuano della possibilità di un incontro a Mosca tra Salvini e Medvedev, che negli ultimi mesi si è reso protagonista di dichiarazioni molto dure nei confronti di Nato, Occidente ed Europa inclusa l’Italia. Capuano avrebbe puntato anche a un incontro con Putin con l’intenzione di proporre l’Italia in un ruolo di garanzia per trattare il cessate il fuoco in Ucraina. La Stampa riporta inoltre di un contatto nell’aprile del 2022 tra Capuano e il capo della sezione politica dell’ambasciata cinese in Italia Zhang Yanyu: l’obiettivo sarebbe stato incontrare a Pechino, di ritorno da Mosca, il ministro degli Esteri Wang Yi.
Il governo Draghi sarebbe stato all’oscuro di tutto: una missione di pace organizzata in autonomia. Capuano, sempre secondo quanto riportato da La Stampa, avrebbe sostenuto invece che “anche il governo italiano avrebbe poi sostenuto” questa “posizione”, ovvero il proposito di promuovere la pace. L’ambasciata russa in Italia già ieri non aveva aggiunto niente alle smentite dei mesi scorsi: “L’ambasciata non ha nulla da aggiungere a quello che è già stato detto in giugno”, riferisce una fonte citata dall’Ansa. In giugno l’ambasciata aveva reso noto di avere “assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei” per il suo viaggio a Mosca previsto per il 29 maggio, poi cancellato. L’ambasciata aveva aggiunto che la cifra era stata restituita da Salvini e che il rimborso sarebbe avvenuto anche se il viaggio ci fosse stato.
L’assistenza russa sarebbe stata infatti necessaria per organizzare il viaggio a causa delle sanzioni imposte dall’Occidente e dall’Italia a Mosca, che di fatto hanno sospeso i collegamenti tra Roma e Mosca e non avrebbero permesso l’acquisto dei biglietti di Aeroflot dall’Europa. La missione sarebbe stata programmata dal 3 al 7 maggio. Le conversazioni tra Capuano e Kostyukov sulla situazione del governo italiano avrebbero avuto luogo tra il 27 e il 28 maggio, mentre il giorno prima, il 26 maggio, il presidente del Consiglio Mario Draghi tenta di sbloccare la crisi del grano parlando al telefono con Putin.
Dure le prese di posizione del centrosinistra sul caso: il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha dichiarato di voler sapere “se è stato Putin a far cadere il governo Draghi”, anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi si aspetta “un’immediata indagine del Copasir”, quello di Azione Carlo Calenda parla di “tre forze filoputiniane” che avrebbero fatto cadere il governo, il ministro degli Esteri ex Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio mette in allerta dalle “influenze russe su questa campagna elettorale”. Il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani ha sostenuto l’alleato parlando di “campagna denigratoria”, il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida ha invece parlato di richiesta di verifica “legittima. Confido che nessuna insinuazione trovi riscontro, che nessuno abbia remato contro l’Italia e l’Occidente”.
© Riproduzione riservata