Hanno trovato il corpo fatto a pezzi dentro alcuni sacchi di plastica e gettato in un dirupo nel Bresciano. Uccisa a martellate e poi sgozzata pochi giorni prima di trasferirsi da Milano a Verona per stare più vicina al figlioletto di 6 anni. Oggi sono state rese note le motivazioni della sentenza che ha negato l’ergastolo a Davide Fontana, il 44enne food blogger autore del brutale omicidio. L’uomo è stato condannato a 30 anni di carcere, escludendo l’aggravante della premeditazione, dei motivi abbietti e le sevizie. “Lei disinibita, lui si sentì usato, era innamorato perdutamente”, hanno stabilito i giudici del Tribunale di Busto Arsizio, rigettando la richiesta dell’ergastolo da parte di pm e parti civili.

La giovane “si stava allontanando da lui, scaricandolo” Questo il movente dell’omicidio che rimase nascosto per tre mesi, fino alla scoperta del cadavere fatto a pezzi della giovane, mentre Fontana faceva credere a familiari e amici che fosse ancora in vita. Secondo il Tribunale di Busto Arsizio, Fontana non ha agito con crudeltà né con premeditazione: per i giudici, infatti, avrebbe commesso l’omicidio per ragioni che “in senso giuridico” non sarebbero state abiette né futili.

A parere della corte d’assise presieduta dal giudice Giuseppe Fazio, Fontana “si è reso conto che la giovane e disinibita Carol si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e che lo avesse usato, e ciò ha scatenato l’azione omicida. A spingere l’imputato non fu la gelosia ma la consapevolezza di aver perso la donna amata, accompagnata dal senso di crescente frustrazione per essere stato da lei usato e messo da parte”.

Redazione

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