Dall’ergastolo a 24 anni per Finnegan Lee Elder, l’accoltellatore materiale, e  a 22 anni per Gabriel Natale Hjorth per l’omicidio in concorso del vice brigadiere Mario Cerciello Rega ucciso con undici fendenti in via Pietro Cossa, nel quartiere Prati a Roma, nella notte tra il 25 e il 26 luglio 2019.

Questa la decisione dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma che hanno ridotto le condanne inflitte in primo grado per i due turisti americani, riconoscendo le attenuanti generiche. La sentenza è arrivata al termine di una camera di consiglio durata circa tre ore. La richiesta del procuratore generale era della conferma dell’ergastolo per Finnegan Lee Elder, 24 anni invece per Gabriel Natale Hjorth.

Rosa Maria Esilio, moglie del vice brigadiere originario di Somma Vesuviana (Napoli) che aveva 35 anni ed era sposato da poco più di un mese (43 giorni), ha così commentato: “Il sacrificio di mio marito non deve essere dimenticato: un servitore dello Stato ucciso nel momento più felice della sua vita. Il dovere della memoria non è solo di noi familiari ma è di tutti”. Quella notte Cerciello Rega era intervenuto con l’altro militare Andrea Varriale per recuperare uno zaino rubato dai due turisti californiani a un pusher, Sergio Brugiatelli.

Peggio quella di Renato Borzone, difensore, insieme al collega Roberto Capra, di Finnegan Lee Elder: “Che schifo. Un compromesso per cercare di salvare un mentitore, ma noi contiamo sempre sull’esistenza di un giudice a Berlino e a Strasburgo. Quello che è successo, è indegno. Restano le bugie del testimone principale. Mi riferisco alle 53 bugie del carabiniere Varriale“. Quest’ultimo era l’altro carabiniere che quella sera si trovava insieme a Cerciello Rega.

Soddisfatto l’avvocato della vedova del carabiniere: “Al di là della pena l’impianto accusatorio ha retto” ha commentato Massimo Ferrandino. “Nessuna sentenza -ha aggiunto- potra’ lenire il dolore di Rosa Maria. Certamente con questa sentenza il sacrificio di un uomo dello stato come Mario Cerciello non è stato vano” aggiunge.

La difesa

I due americani hanno sempre sostenuto di aver aggredito Cerciello e Varriale (che erano in abiti civili e senza la pistola d’ordinanza) senza sapere che appartenessero alle forze dell’ordine e di averli scambiati per uomini mandati da Brugiatelli al quale avevano sottratto uno zaino per vendicarsi di essere stati imbrogliati da un pusher di sua fiducia che aveva ceduto loro tachipirina frantumata al posto di un grammo di ‘neve’. Brugiatelli aveva concordato con i due americani un appuntamento per farsi restituire lo zaino in cambio di 100 euro e un po’ di droga, ma a quell’incontro si presentano Cerciello e Varriale, che vengono brutalmente aggrediti. Il primo muore nel giro di 30 secondi dopo aver ricevuto undici coltellate, Varriale viene invece lievemente ferito. I due americani vengono individuati nel giro di 12 ore in un albergo a poca distanza dal luogo dell’omicidio.

 

 

Redazione

Autore