I legali: “Sosteniamo da sempre l'estraneità del nostro assistito dal concorso in omicidio"
Omicidio Cerciello Rega, parte l’Appello e la Procura fa marcia indietro: “No all’ergastolo ad entrambi”

I due imputati avrebbero responsabilità differenti. E per questo bisogna confermare l’ergastolo per Lee Elder Finnegan, ma ridurre la pena a 24 anni per Gabriel Natale Hjorth. È questa la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale Vincenzo Saveriano nella sua requisitoria al processo per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, morto il 26 luglio 2019 in zona Prati, a Roma, dopo essere stato colpito da 11 coltellate.
In primo grado entrambi i ragazzi americani sono stati infatti condannati all’ergastolo.
Al via il processo d’Appello
Il processo d’Appello è iniziato oggi 10 febbraio nell’aula della Corte di Assise: l’udienza si è svolta a porte chiuse a causa delle norme anti-Covid. Presenti i familiari di Cerciello Rega, tra cui la vedova, Rosa Maria Esilio, e il fratello Paolo.
“Si è inflitto una sofferenza senza alcuna pietà su un carabiniere, con 11 coltellate, affondando fino alle costole” ha sottolineato il procuratore generale. Undici fendenti in 20 secondi, con un coltello di 31 centimetri e una lama di 18. “Questi sono due giovani incensurati, ma il delitto è efferato, ci troviamo ai limiti della crudeltà“. Infatti Elder, ha evidenziato il pg, ha colpito con “un’arma che fa paura solo a vederla, infliggendo una sofferenza gratuita, senza alcuna pietà. Ha affondato il coltello lasciando sul corpo della vittima i segni dell’anello alla base della lama. Come si fa ad arrivare a 11 coltellate? Ne sarebbero bastate due per riuscire a darsi alla fuga”.
Hjorth, pur avendo programmato l’intervento, non è l’esecutore materiale del delitto. Proprio per questo motivo ha chiesto “la riforma della sentenza di primo grado con il riconoscimento delle attenuanti generiche”.
Per quanto riguarda la testimonianza di Varriale– il collega di Cerciello Rega sopravvissuto- il pg ha spiegato che “va creduto, ‘appena li abbiamo fermati ci hanno accoltellato’ ha detto al telefono, i due ragazzi americani hanno reagito immediatamente perché erano ben consapevoli che stavano commettendo un’azione illegale, Elder e Hjorth temevano di essere arrestati”, ha aggiunto Saveriano nella sua requisitoria, durata circa due ore. “L’unica menzogna di Varriale è quando ha detto di avere con sé la pistola ma lo dice perché sa che rischia un provvedimento disciplinare, ha avuto paura e ha detto il falso, ma da qui a essere inattendibile ce ne passa”.
La sentenza dovrebbe arrivare già tra circa un mese, il 17 o 18 marzo, grazie a un calendario ‘serrato’ deciso dal tribunale.
La difesa
“La nostra linea non è cambiata, Natale non ha commesso il delitto” hanno dichiarato gli avvocati difensori di Hjorth, Fabio Alonzi e Francesco Petrelli. “Sosteniamo da sempre l’estraneità del nostro assistito dal concorso in omicidio”.
“Esprimo profondo dolore e sofferenza per la famiglia del carabiniere Cerciello” ha dichiarato Leah Elder, madre di Lee Elder Finnegan, presente in tribunale. “Mio figlio sta bene, ma si sente profondamente addolorato e ha un enorme senso di colpa per quanto accaduto. Gli dispiace soprattutto di non esser stato creduto” ha poi aggiunto.
Stando a quanto emerso dalle relazioni depositate dalle difese in merito al comportamento tenuto in carcere dei due imputati, Hjorth si è iscritto al corso di lingue all’ateneo Roma Tre, mentre Elder ha intenzione di iscriversi all’università americana.
Le chat dei carabinieri
Ieri 9 febbraio sono state depositate, nel processo a carico di di Fabio Manganaro– il militare accusato di ‘misura di rigore non prevista dalla legge’ per aver bendato Hjorth nella caserma di via in Selci-alcune chat intercorse tra i carabinieri il giorno del fermo dei due ragazzi americani.
“Fategli fare la fine di Cucchi” e “Squagliateli nell’acido” alcune delle frasi incriminate, per cui l’Arma dei carabinieri ha annunciato procedimenti disciplinari.
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