Convalidato il fermo per l'infermiere
Omicidio di Lecce, interrogato De Marco resta in carcere: “Non amavo nessuno dei due”

Antonio De Marco, 21 anni, resta in carcere per il duplice delitto di Eleonora Manta e Daniele De Santis. Lo ha stabilito il gip Michele Toriello dopo essere stato interrogato per oltre 2 ore. De Marco è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla crudeltà. Davanti al pubblico ministero Maria Consolata Moschettini e dei suoi avvocati, lo studente di Scienze Infermieristiche ha risposto alle domande degli inquirenti fornendo un dettagliato racconto di quanto accaduto quella sera del 21 settembre.
“Era molto provato e ancora scosso per l’accaduto” hanno commentato i suoi avvocati Giovanni Bellisario e Andrea Starace, all’uscita del carcere di Borgo San Nicola. “Il nostro assistito ha risposto a tutte le domande fornendo la propria ricostruzione ma sul contenuto e sul movente non possiamo fornire dettagli”. Secondo indiscrezioni trapelate nelle ultime ore e riportate da Repubblica, De Marco avrebbe detto ai suoi avvocati di non aver avuto mai alcun coinvolgimento sentimentale nei confronti di nessuno delle due vittime. Non aveva alcun risentimento nemmeno per qualche motivo particolare. Sarebbe anche pentito delle sue azioni. La “colpa” dei due sarebbe stata quella di essere felice: un affiatamento, il loro, che avrebbe generato invidia in De marco che in preda alla rabbia ha inflitto 60 coltellate sui corpi dei due ragazzi.
De Marco avrebbe anche negato di aver premeditato una tortura e la pulizia della casa e dei due corpi con acidi, candeggina e acqua calda, come invece è stato trovato scritto sui bigliettini rinvenuti durante la fuga.
“Alla luce di quelle che appaiono le dichiarazioni rilasciate dall’indagato ed apprese dagli organi di stampa, abbiamo ritenuto opportuno affidare l’incarico di consulente tecnico di parte a Roberta Bruzzone, stimata professionista che coadiuverà il nostro lavoro per tracciare il profilo caratteriale e psicologico del reo confesso, nella certezza che un approfondimento tecnico scientifico ci aiuterà a conoscere meglio il reale movente dell’efferato duplice omicidio, sgombrando definitivamente il campo da ogni inammissibile, seppur tecnicamente legittimo, tentativo di descrivere l’indagato incapace di gestire le proprie azioni”. Lo dichiarano in una nota gli avvocati Luca Luigi Piri e Nicola Neo, legali di Quintino Marco Manta, padre di Eleonora.
A margine dell’udienza di convalida del fermo del 21enne, reo confesso, i due legali hanno dichiarato: “Prendiamo atto della convalida del fermo con applicazione della misura della custodia cautelare carceraria ed esprimiamo ancora una volta, anche a nome del nostro assistito, piena gratitudine per l’eccelso lavoro svolto dal pool inquirente e dai carabinieri”.
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