Sarebbe stato un video, quindi, ad incastrare il presunto killer del leader degli Irriducibili della Lazio Fabrizio Piscitelli che alle 18.50 del 7 agosto 2019 su una panchina nel Parco degli Acquedotti viene freddato con un colpo alla nuca mentre sedeva su una panchina, da un uomo vestito da runner che lo raggiunge alle spalle, gli spara e poi si allontana correndo in direzione di una telecamera di cui non sospetta l’esistenza e che invece l’ha ripreso.

Il presunto killer si chiama Raul Esteban Calderon, 52enne di nazionalità argentina, ed è stato bloccato il 13 dicembre scorso dagli agenti della Squadra Mobile di Roma che hanno eseguito un decreto di fermo del pm. Il provvedimento è stato convalidato oggi dal gip di Roma che ha emesso nei confronti dell’uomo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le indagini che hanno portato all’arresto del presunto assassino di Diabolik sono dirette dai magistrati della Dda di piazzale Clodio.

Il sospettato è accusato di omicidio aggravato dal metodo mafioso. All’arresto si è arrivati dopo le indagini, coordinate dalla Dda di Roma con il procuratore Michele Prestipino e l’aggiunto Ilaria Calò. Il decreto di fermo è stato convalidato oggi dal gip con l’emissione della misura della custodia cautelare in carcere, poiché gravemente indiziato come esecutore materiale dell’omicidio di Piscitelli.

”Le fonti di prova su cui si è fondata l’adozione del provvedimento sono costituite dagli elementi raccolti dalla Squadra Mobile e dalla Polizia scientifica nel corso del sopralluogo effettuato sul luogo e nell’immediatezza del fatto e in particolare da un filmato estratto da una telecamera installata in zona con la quale è stata ripresa l’esecuzione del delitto” spiega la Procura in una nota.

”Dall’analisi tecnica del filmato dell’omicidio eseguita prima dalla Polizia scientifica e successivamente dal consulente tecnico incaricato dalla Procura è emersa una chiara compatibilità tra il killer visibile nel filmato e il soggetto gravemente indiziato”. Alle indagini hanno contribuito anche alcune attività di intercettazione che hanno consentito di acquisire significativi elementi di riscontro in merito all’esecutore materiale dell’omicidio.

A rafforzare la gravità del quadro indiziario hanno contribuito anche alcune dichiarazioni. Calderon, inoltre è stato raggiunto da un’altra misura sempre in carcere insieme a Enrico Bennato (già detenuto per altri reati), in quanto gravemente indiziato dell’omicidio di Shehaj Selavdi, ucciso sulla spiaggia di Torvaianica il 20 settembre 2020. In questo caso a condurre le indagini sono stati i Carabinieri di Frascati, i cui risultati hanno portato a una ”convergenza” con le indagini svolte dalla Squadra Mobile di Roma e in particolare dalle intercettazioni sono emersi fondati elementi riguardo agli esecutori materiali di entrambi gli omicidi ed al contesto in cui sono maturati”, cioè dinamiche dei contrasti per il controllo delle piazze di spaccio della Capitale.

Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, conosciuto anche come ultras della Lazio, tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, iniziò a farsi sempre più spazio in quel mondo. Divenne, in un breve lasso di tempo, uno dei capi degli Irriducibili la frangia più estrema della tifoseria della Lazio e la sua casa è la Curva Nord tra coreografie spettacolari e contestazioni, come quella in via Allegri nell’anno dello Scudetto biancoceleste.

Prima della sua morte, Piscitelli rimane coinvolto in due procedimenti penali: uno riguarda la tentata estorsione ai danni del presidente della Lazio Claudio Lotito, per la quale nel febbraio 2015 viene condannato, l’altro riguarda lo spaccio di droga e si conclude con una condanna definitiva a 4 anni e 6 mesi. Pena che Piscitelli ha finito di scontare da un paio di anni quando viene ucciso. Il luogo dell’omicidio fa parte del territorio di Michele “o pazzo” e dei “napoletani del Tuscolano”.

Un personaggio di spicco tanto che il posto in cui è morto si è trasformato subito in un altarino. Molte furono le polemiche per il suo funerale con un botta e risposta tra Questore e famiglia e ricorso al TAR. Dopo una cerimonia in forma privata alla presenza di 100 persone all’interno del Santuario del Divino Amore la bara del leader degli ultras biancocelesti venne portata a spalla, da alcuni tifosi, dalla chiesa a piazzale Don Umberto Terenzi gremito di persone. Qui si registrarono delle tensioni, con la bara di Piscitelli che rimase a lungo al Divino Amore. Poi i saluti romani e gli insulti alle forze dell’ordine e ai giornalisti. Le indagini su Fabrizio Piscitelli Dopo l’omicidio il nome di Fabrizio Piscitelli spunta nelle carte di “Grande Raccordo Criminale”, indagine condotta dalla Guardia di Finanza il 28 novembre 2019, che porta all’arresto di 51 persone.

Tra gli indagati nell’inchiesta c’era appunto anche Diabolik, che secondo gli inquirenti avrebbe guidato l’organizzazione dedita al traffico di droga insieme a Fabrizio Fabietti. Organizzazione che sarebbe stata in grado di rifornire gran parte delle piazze di spaccio della Capitale. In particolare le indagini, che risalgono al periodo febbraio-novembre 2018, riguardano la presunta compravendita di 250 chili di cocaina e 4.250 chili di hashish.

Foto Carlo Lannutti/LaPresse21-08-2019 Roma, ItaliaCronacaFunerali Fabrizio Piscitelli, l’ultimo saluto al Santuario del Divino Amore a RomaNella foto: Rita, la moglie di Piscitelli, con familiari e amici Foto Carlo Lannutti/LaPresseAugust 21, 2019 Rome, ItalyNewsFuneral service for Lazio Ultra leader ‘Diabolik’ shot dead in Rome

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