A oltre tre anni dal ritrovamento senza vita nel suo appartamento di Bologna, arriva una inattesa svolta nelle indagini sul decesso di Kristina Gallo. La 30enne venne trovata morta il 25 marzo del 2019 dal fratello, nella casa dove giaceva da giorni in compagnia del suo rottweiler, completamente nuda.

A tre anni dai fatti i carabinieri del nucleo investigativo di Bologna hanno tratto in arresto il suo presunto omicida, un uomo di 44 anni con cui Kristina aveva una relazione che gli inquirenti definiscono “burrascosa”. L’uomo arrestato per l’omicidio di via Andrea da Faenza era già finito nel registro degli indagati nel febbraio 2021, quando gli inquirenti riaprirono il fascicolo per omicidio volontario dopo una precedente richiesta di archiviazione.

In un primo momento infatti gli accertamenti svolti sulla salma di Kristina e nell’appartamento erano stati valutati come compatibili con una morte naturale. Per la Procura e i carabinieri invece si tratterebbe di omicidio aggravato, dato che il 44enne si era già reso in passato responsabile di atti persecutori nei confronti della vittima. L’indagato, difeso dall’avvocato Alessandra Digianvincenzi, si era sempre detto estraneo ai fatti, e di non vedere la vittima da almeno una settimana prima della sua morte in casa.

Fondamentale per la riapertura del ‘cold case’ la seconda perizia ordinata dalla Procura di Bologna sulla salma di Kristina, dopo la richiesta del Gip Domenico Panza di riaprire il caso e ordinare una nuova inchiesta. Dagli esami erano emersi segni di graffi e di escoriazioni, oltre al Dna dell’indagato sotto le unghie della vittima.

A non tornare, scrive il Corriere della Sera, anche quella che ora viene trattata come una scena del crimine: in particolare la posizione innaturale in cui il fratello trovò il cadavere di Kristina, con gambe e busto sotto al letto.

Quindi il focus sullo smartphone della vittima, scomparso e senza segnale al momento del ritrovamento del corpo e poi misteriosamente riacceso e funzionante dopo molti mesi. Proprio l’analisi dei tabulati ha permesso di confermare la presenza dell’ex fidanzato presso l’abitazione di Kristina anche nella settimana precedente il decesso, smentendo quanto aveva inizialmente dichiarato. In particolare le chiavi dell’auto in uso all’ex fidanzato sono state trovate nella camera da letto dove era stato rinvenuto il cadavere.

Sulla base dei nuovi elementi raccolti veniva anche effettuata una ricostruzione in 3D della scena del crimine da parte dei Ris di Parma, evidenziando il coinvolgimento dell’ex fidanzato nella morte della donna, avvenuto per asfissia meccanica.

Fondamentali anche le dichiarazioni di amiche, colleghi e vicini di casa della vittima hanno parlato di ripetute e costanti violenze fisiche e psicologiche subite dalla ragazza per la smisurata gelosia dell’allora fidanzato: gli inquirenti hanno anche acquisito circa 6.000 file audio relativi alle registrazioni delle sue telefonate, in cui emerge “con ragionevole certezza” la personalità sua e della vittima e la natura “burrascosa” della loro relazione.

Avatar photo

Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.