Per la legge l’omicidio può essere contestato solo dopo il parto e quindi nel caso del brutale femminicidio di Giulia Tramontano incinta di 7 mesi, al suo assassino potrà essere contestata solo l’interruzione di gravidanza oltre all’omicidio. 

Una vicenda dai contorni terribili, come evidenzia il profilo umano di Impagnatiello tratteggiato dal Generale Mannucci Benincasa: “Non abbiamo di fronte solo un assassino, ma un assassino che aveva di fronte la persona che dichiarava di amare e che portava in grembo il figlio che stava per nascere, un figlio che la legge ancora non riconosceva come tale, quindi l’omicidio e’ della donna, ma in realtà è un feto che, forse, con un taglio cesareo sarebbe potuto nascere. E non solo non ha esitato a uccidere, ma si e’ accanito sul corpo tentando di disfarsene dandogli fuoco”.

L’assassino ha cercato su internet come uccidere Giulia

Per l’omicidio di Giulia Tramontano, la 29 enne di Seregno il cui cadavere è stato trovato la scorsa notte verrà contestata la premeditazione. La tecnica con cui ha cercato di disfarsi del corpo è stata studiata e preparata, ha spiegato il Sostituto procuratore della Repubblica, Alessia Menegazzo.

Sono state le ricerche fatte in rete “a farci capire che aspettava la vittima a casa e che aveva già deciso come ucciderla e disfarsi del cadavere. E’ stata proprio l’indagine relativa alle stringhe di ricerca che ha consentito di datare il momento della morte, capire quando la ragazza è stata uccisa e a farci comprendere che le modalità con le quali l’indagato ha deciso di uccidere la compagna erano state pensate, studiate e organizzate ore prima.

Gli orari sono chiari: l’omicidio è avvenuto tra le 19 e le 20:30 e questo perché ci rendiamo conto che c’è stato un tentativo di sviamento. L’indagato manda messaggi dal cellulare della vittima quando la vittima è certamente morta”- conclude Menegazzo.

L’amante preoccupata per la salute di Giulia: i messaggi 

“Se hai problemi vieni a casa mia”. E’ una delle frasi che la 23enne inglese amante a propria insaputa di Alessandro Impagnatiello ha rivolto alla sua compagna Giulia. Da quanto si apprende in ambienti investigativi la ragazza inglese avrebbe anche scritto altri messaggi a Giulia Tramontano durante la serata dell’omicidio, proprio perché preoccupata. A rispondere dall’altra parte sarebbe però stato il 30enne: “Lasciami in pace, ti ho mentito”.

Interruzione di gravidanza non consensuale: cosa dice la legge

Tra i reati contestati ad Alessandro Impagnatiello c’è l’interruzione di gravidanza non consensuale per aver provocato la morte del bimbo che la vittima, incinta di 7 mesi, portava in grembo. La legge italiana prevede in questi casi l’applicazione dell’articolo 593 ter del codice penale.

“Chiunque cagiona l’interruzione della gravidanza senza il consenso della donna è punito con la reclusione da quattro a otto anni – si legge – Si considera come non prestato il consenso estorto con violenza o minaccia ovvero carpito con l’inganno. La stessa pena si applica a chiunque provochi l’interruzione della gravidanza con azioni dirette a provocare lesioni alla donna. Detta pena è diminuita fino alla metà se da tali lesioni deriva l’acceleramento del parto”.

“Se dai fatti previsti dal primo e dal secondo comma deriva la morte della donna – prosegue l’articolo del Codice – si applica la reclusione da otto a sedici anni; se ne deriva una lesione personale gravissima si applica la reclusione da sei a dodici anni; se la lesione personale è grave quest’ultima pena è diminuita. Le pene stabilite dai commi precedenti sono aumentate se la donna è minore degli anni diciotto”. L’omicidio, invece nell’ordinamento italiano può essere contestato solo dopo la nascita.

 

Redazione

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