Omicidio Vannini, Federico Ciontoli torna con un video: “Così i media hanno manipolato i fatti”

Torna in video pochi giorni dopo la decisione di fissare al 3 maggio la data del processo in Cassazione che potrebbe spalancargli le porte del carcere. Federico Ciontoli torna a ribadire la sua verità in un video pubblicato su Facebook, dove ancora una volta accusa giornalisti e tv di “gravi strumentalizzazioni mediatiche”.

Federico Ciontoli è stato condannato assieme alla madre Maria Pezzillo e alla sorella Martina per concorso anomalo nell’omicidio di Marco Vannini, il 19enne di Cerveteri (Roma) morto il 18 maggio 2015 in casa della fidanzata a causa di un colpo di pistola sparato dal padre della stessa, Antonio Ciontoli, condannato a 14 anni di carcere per omicidio volontario con dolo eventuale.

Il racconto del disagio provato in questi anni da Ciontoli è evidente: “In questi anni sono stato ascoltato una volta come testimone, due come imputato, e ho fatto due dichiarazioni spontanee in entrambi i processi di Appello. E andare in aula significava incontrare fisicamente le persone che mi dicevano che dovevo essere sciolto nell’acido o essere dato in pasto ai maiali. Significava doversi far accompagnare dai carabinieri per vie alternative ed uscite secondarie. E i giornalisti erano sempre lì pronti a rincorrermi, ad estorcermi parole, quando avevo appena parlato in aula e di quello non gli era interessato nulla. Il mio silenzio fuori dall’aula faceva più clamore di quello che avevo detto in aula”.

Quindi l’atto di accusa ai giornali e alle tv, già pronti con una sentenza di colpevolezza: “Ovviamente i media non hanno dato spazio a tutto questo allo stesso modo. Hanno deciso di dare spazio a gossip, o fare speciali con persone che andavano nei programmi televisivi a dire che io avevo sparato una persona, cosa che non solo è stata scientificamente scartata dall’inizio, ma che non ha nessun senso, ma perché avrei dovuto sparare una persona e perché avrei dovuto sparare il ragazzo di mia sorella? Poi questa stessa persona che mi accusò di questo finì apparentemente per dire in alcune intercettazioni che questo gli sarebbe anche venuto utile per la pubblicità al negozio”.

Media che per Federico Ciontoli “hanno continuato a nascondere gli elementi importanti, continuando a manipolare, strumentalizzare, inventare altre storie alternative che potessero essere più appetibili”.

Ciontoli non dimentica ovviamente Marco Vannini e la sua famiglia: “Purtroppo Marco non c’è più e nessuno potrà restituire a lui la vita e ai genitori il loro unico figlio, ma non penso che restare senza verità possa attenuare questa perdita, anzi. Voglio essere chiaro su questo, perché già ho letto numerose strumentalizzazioni, non esiste un’altra verità rispetto a quella che io ho detto in aula, ma ci sono tanti chiarimenti che posso dare pubblicamente. Non esiste nessun segreto, non esiste nessun mistero, e posso provare a spiegarmi meglio per far capire che questa del segreto e del mistero è solo una storia raccontata da riviste e tv per poter catturare la nostra attenzione e farci restare attaccati alla televisione, sfruttando così le nostre emozioni. Ma questo non è un film”.