Una nuova mazzetta giudiziaria per Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, scomparsa da casa mentre rientrava dalla palestra nel novembre 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.

La Corte d’Assise di Bergamo, su richiesta della Procura, ha respinto l’istanza presentata da Massimo Bossetti, tramite i suoi legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini, di analizzare i reperti e i campioni di materiale biologico raccolti nel corso delle indagini che hanno portato all’arresto di Bossetti. 

Respingendo l’istanza dei legali, la Corte d’Assise ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Venezia.

Una decisione fortemente criticata dall’avvocato Salvagni in un intervento a TeleLombardia. “C’è un giudizio di rinvio della Cassazione molto chiaro che è stato nuovamente disatteso – si è sfogato il legale di Bossetti -. Ottenere le cose più banali in Italia sembra la cosa più difficile al mondo. Ottenere giustizia sembra veramente qualcosa di incredibile. Io non voglio usare parole tratte dal libro ‘Il sistema’ ma penso che stiamo veramente lottando contro qualcosa più grosso di noi”. 

Quindi l’ulteriore affondo: “C’era stata una richiesta di trasmissione degli atti dalla Procura di Bergamo alla Procura di Venezia in quanto gli avvocati avrebbero calunniato la Procura stessa. Quindi un ennesimo tentativo di imbavagliare, di zittire la difesa molto molto grave che a questo punto vedrà anche la difesa passare al contrattacco”.

Quanto a eventuali ricorso contro la decisione della Corte, l’avvocato spiega: “Non ho ancora letto le motivazioni, le analizzeremo io e il mio collega Paolo Camporini e poi decideremo”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.