"Importante che rappresenti una Europa forte, unita e con alternative"
Onori (Azione): “Su dazi e Putin Meloni può risvegliare Trump, non deve andare alla Casa Bianca con il cappello in mano”

Federica Onori, deputata di Azione, membro della Commissione Esteri della Camera, guarda alla missione di Meloni alla Casa Bianca con disincantata speranza.
Tante aspettative per la missione di Meloni a Washington. Cosa può dire, cosa dovrebbe dire?
«Dovrebbe dare l’idea di una Europa compatta. Non deve mostrare crepe e divisioni: importante che rappresenti una Europa forte, unita e con delle alternative chiare ai dazi di Trump. Non deve andare lì con il cappello in mano. Questo dovrebbe essere l’atteggiamento di Meloni».
Potrebbe invece tendere a rappresentare sé stessa e l’Italia?
«Potrebbe: ogni volta rivendica un approccio per cui gli altri ti rispettano di più in virtù delle differenze che rappresenti. Deve andare lì invece a ricordare, con l’evidenza che richiede il confronto con Trump, che l’Europa ha un’alternativa nella sua capacità di interscambio commerciale con il resto del mondo. E dire che sicuramente non è auspicabile un decoupling, un allontanamento tra Stati Uniti ed Europa e precisare che, nel caso, sarebbe lo stesso Donald Trump ad assumersene le responsabilità. Deve rivendicare con orgoglio che l’Europa sta reagendo con la mente più intelligente, più fredda e più lucida possibile. Posto che alternative l’Europa ne ha, va fatto capire a Trump che da questa guerra commerciale gli Stati Uniti hanno tutto da perdere».
L’Europa deve fare passi avanti anche per compensare il disimpegno americano nel continente. E qui Meloni può solo confermare che noi italiani e noi europei recepiamo di buon grado l’esigenza di mettere mano al portafoglio per dotarci di una capacità autonoma di sicurezza.
«Qui Meloni deve fare i conti con una politica italiana restìa a fare i conti con la realtà. Il Pd ha fatto sapere di volere una difesa comune europea e di non voler ragionare del riarmo nazionale. La Lega ha detto di non voler riarmare l’Europa ma di voler agire sulle sole leve nazionali. In realtà il libro bianco di Ursula von der Leyen prevedeva entrambe le cose, ma i due hanno giocato di sponda per operare distinguo nella speranza di un tornaconto elettorale».
E Azione cosa dice?
«Bisogna andare verso una collaborazione e cooperazione sempre maggiori, anche attraverso un uso più ampio del debito comune. È importante utilizzare gli strumenti disponibili, compatibilmente con i tempi necessari. Lo strumento proposto – ispirato al modello adottato durante l’emergenza Covid – è solido, perché si basa su debito comune europeo. Inoltre, ogni Stato membro può aumentare la spesa per la difesa fino all’1,5% del proprio PIL, senza che questa incida sul Patto di Stabilità. È un’idea di cooperazione che, allo stesso tempo, lascia a ciascun Paese la possibilità di agire secondo le proprie esigenze».
Nel colloquio della Casa Bianca si parlerà, inevitabilmente, di Putin. Un interlocutore sleale. Meloni lo sa. Trump forse si illude ancora?
«Putin è un giocatore che bluffa: sta prendendo in giro Trump perché la tregua che ha chiesto gli serve solo a recuperare un po’ di tempo per riorganizzarsi. Sappiamo che ha difficoltà nell’offensiva di terra, gli mancano uomini e mezzi. Dunque da un lato parla di tregua e nel contempo lancia i missili, che invece ha più numerosi, colpendo città e civili per seminare il panico tra gli ucraini con una strategia del terrore. A un certo punto Trump si sveglierà e capirà che si è fatto prendere in giro. Speriamo che questa cosa lo faccia arrabbiare, e capisca quali sono gli alleati affidabili e quali no».
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