Un conto alla rovescia scandito dai componenti della redazione poco prima della mezzanotte. Poi, il silenzio. Dopo 20 anni di trasmissioni, si è spenta per sempre KlubRadio, l’ultima radio indipendente ungherese, silenziata dal governo di Viktor Orban sulle frequenze analogiche. In Ungheria infatti la legge prevede che l’Autorità controlli i contenuti dei media: il motivo formale della revoca della licenza a Klubradio, che ha visto respinto il suo ricorso dalla Corte di giustizia di Budapest, è che non aveva notificato in tempo i contenuti trasmessi.
Ma Andras Arato, direttore e proprietario dell’emittente, spesso critico verso il leader magiaro, non ha intenzione di lasciarsi intimorire e ha iniziato a trasmettere sulla piattaforma internet della radio mandando in onda l’Inno alla Gioia, canzone ufficiale dell’Unione europea.
Poco prima di cessare le trasmissioni, Arato ha salutato gli ascoltatori esprimendo la sua rabbia contro Orban per la decisione. L’Ue si è detta “seriamente preoccupata” per la situazione e oggi ha annunciato una lettera a Budapest per chiedere la sospensione del provvedimento. “Quando l’Ungheria applica le norme Ue sulle frequenze dovrebbe rispettare la carta dei diritti fondamentali, che includono la libertà di espressione, informazione e di impresa”, ha detto Christian Wigand, portavoce della Commissione. L’esecutivo comunitario ha parlato di “motivazioni giuridiche molto discutibili” utilizzate da parte di Budapest.
KlubRadio potrà quindi sopravvivere solo come web radio, e le sue frequenze torneranno disponibili, aprendo una gara per le varie emittenti interessate a ottenerle. Non è la prima volta la radio viene colpita dalle decisioni dell’Autorità. Qualche anno fa aveva già perso le sue licenze nazionali e ha dovuto attraversare diverse beghe legali per rimanere in onda nella sola area di Budapest, operando con licenze a breve termine che hanno reso difficile anche attirare gli inserzionisti pubblicitari.