Prima l’avventura con Italia Viva come membro della cabina di regia regionale del partito in Toscana, poi la delusione e infine l’addio. Pamela Fatighenti, 43 anni, il 10 settembre lascia IV e aderisce a Orizzonti Liberali con una convinzione: il progetto di Luigi Marattin è una possibilità di cambiamento concreto, per un approccio riformatore lontano dagli estremismi.

Cosa ti ha spinto ad aderire al progetto di Orizzonti Liberali?
«Ho avvertito l’esigenza di un’alternativa concreta, moderna e riconoscibile rispetto al bipolarismo che domina il panorama politico attuale. I tradizionali schieramenti politici non rispondono più efficacemente alle complesse sfide del nostro tempo. In questo contesto, Orizzonti Liberali rappresenta un’opportunità reale di cambiamento: un progetto che non solo può colmare le lacune esistenti, ma proporre soluzioni innovative, allineate alle esigenze attuali della nostra società. Credo fermamente che sia necessaria una politica che guardi al futuro con concretezza e non si limiti alla retorica, ma che offra risposte credibili e realizzabili. Orizzonti Liberali a mio avviso può rappresentare infatti la reale possibilità di contribuire attivamente alla costruzione di una società più equa e libera. È un’occasione per tutti quelli che come me credono nella necessità di un cambiamento, basato sui valori dell’integrazione, della libera concorrenza, della meritocrazia, delle pari opportunità, dei diritti civili, della crescita e del reddito. Sono convinta che OL possa offrire l’occasione di contribuire attivamente a un’azione politica incentrata su questi princìpi».

Non collocarsi né a destra né a sinistra, restando al centro per essere centrali. È possibile?
«Sì! Essere al centro non significa rimanere in una posizione di compromesso o priva di idee. Al contrario, vuol dire adottare un approccio responsabile e riformatore, scevro da vecchi schemi ideologici superati e capace di rispondere alle sfide attuali. Significa inoltre non cedere agli estremismi o ai populismi, ma proporsi come alternativa in grado di attrarre tutti quegli elettori che non si identificano né con questa destra né con questa sinistra».

Oggi c’è davvero spazio per un polo liberaldemocratico e riformista?
«Assolutamente sì. È fondamentale, ora più che mai, costruire proposte capaci di rispondere in modo rapido ed efficace alle reali esigenze del paese e dei cittadini. La domanda di un progetto politico liberaldemocratico e riformatore è forte, perché può fornire una sintesi equilibrata tra esigenze diverse, promuovendo soluzioni concrete che puntano al bene comune senza cadere negli estremismi. Siamo pronti a lavorare per realizzare questa nuova realtà, capace di attrarre chi è stanco della sterile polarizzazione e desidera alternative valide e credibili, basate su buonsenso e visione del futuro, senza perdere di vista le necessità del presente».