La storia
Oronzio De Nora, la storia dell’italiano che inventò l’Amuchina
Era il 1923 quando veniva brevettata l’Amuchina. E a partorire quel prodotto fu un italiano. Si chiamava Oronzio De Nora, ingegnere elettrotecnico, nato nel 1899 ad Altamura, in provincia di Bari. E proprio in questi giorni in cui a causa dell’emergenza coronavirus l’Amuchina è tra i prodotti più ricercati – e lo resterà ancora per un bel po’ di tempo a quanto pare – la sua storia è tornata attuale.
De Nora – come ha ricordato su La Gazzetta del Mezzogiorno Onofrio Bruno – era nato dunque in Puglia. Il padre, Michele, era ingegnere civile ed esperto di ferrovie e acquedotti. Oronzio però si trasferì, dopo l’infanzia e i primi studi, a Milano, dove studiò al Politecnico di Milano e si laureò nel 1922. Pare che il padre, per descrivere la grande applicazione e dedizione allo studio del figlio, utilizzasse per descriverlo il motto “durante vincunt”, chi persevera vince.
Una volta laureato De Nora si iscrisse a un corso di elettrochimica. E nel 1923 mise a frutto la sua intuizione, che consisteva nell’invenzione di un potente antibatterico, l’ipoclorito di sodio diluito in acqua. Lo brevettò come “amuchina” presso archivi tedeschi (catalogato con il numero 1811). Un brevetto poi ceduto, e infatti oggi l’Amuchina è un marchio Angelini Pharma.
De Nora invece si dedicò alla sua industria, che fondò quando aveva 24 anni. Le sue scoperte scientifiche facilitavano gli impianti che utilizzavano i processi cloro-soda nei trattamenti di depurazione delle acque e gli anodi per l’industria farmaceutica. A spronarlo nell’approfondire le sue ricerche sulle reazioni tra cloro e soda furono proprio i suoi professori dell’università. E così nel 1969 la sua creatura aziendale fece il salto di qualità brevettando la tecnologia Dsa. Questa prevedeva la sostituzione degli anodi metallici con quelli in grafite, abbassando il consumo energetico. De Nora cominciò così ad avere clienti come Bayer e Solbay, giganti della chimica internazionale, fino alla Apple per l’elettronica. Entrò anche nel mercato giapponese.
L’azienda – Industrie De Nora – oggi è ancora attiva. Per aggiornarsi ha puntato su elettrodi e new economy. È gestita dai nipoti dell’inventore, Federico e Michele. Ha nove sedi, circa 1.500 dipendenti e fattura quasi 50o milioni di euro all’anno. La multinazionale ha sede a Milano e si occupa di tecnologie sostenibili, risparmio energetico, trattamento delle acque. L’inventore e padre del Gruppo, Oronzio De Nora, è scomparso nel 1995.
© Riproduzione riservata