I governi giustizialisti prima e quello attuale a -diciamo così- vocazione sicuritaria, ci hanno propinato riforme penali, a volte anche esilaranti ma non per questo meno pericolose, prioritariamente destinate al recupero del consenso in territori ideologici o di instabilità sociale. Dei primi basta qui richiamare la fine della prescrizione, l’innalzamento di pene per tante fattispecie, preclusioni processuali alle premialità per gravi reati. L’attuale, soprattutto in abbrivio, si è occupato di: nuove ostatività e 4 bis, rave illegali, nuove pene per traffico di migranti e reati di violenza di genere, inasprimento delle sanzioni per il reato di lesioni in danno di personale sanitario e scolastico, l’“omicidio nautico”, la gestazione per altri quale reato universale, nuove pene e aggravanti speciali per l’incendio boschivo, carcere per i ragazzini anche quando il quantitativo di stupefacente è modesto.

Concesso qualche respiro alla componente liberale, con i disegni di legge sull’abuso di ufficio, piccoli maquillages sulle intercettazioni (ma non si sa il dibattito che fine abbia fatto) e poco altro, la spinta securitaria ha di nuovo preso il sopravvento con il disegno di legge in materia di sicurezza, approvato lo scorso 16 novembre.
Salvo un serio ripensamento in Parlamento, ecco cosa vorrebbero fare.
Si incomincia col rendere penalmente rilevante la detenzione del materiale contenente istruzioni sulla preparazione di ordigni bellici e/o la sua diffusione; insomma, difesa anticipata che travolge idoneità degli atti e indirizzo della condotta.

In materia di sicurezza urbana nessuna misura contro il degrado ma una strenua difesa della proprietà privata: innalzamento di pene e previsione di nuove figure di reato. Si interviene in particolare sulla scansione dei tempi della “liberazione” dell’immobile occupato da parte della Polizia giudiziaria; l’accertamento sulla sussistenza della arbitrarietà è addirittura riservato direttamente alle forze dell’ordine, che procederanno al reintegro del denunziante nel possesso.
In materia di truffa si prevede invece una ulteriore ipotesi di aggravamento se commessa in danno di persona in condizioni di minorata difesa e l’arresto obbligatorio.
DASPO urbano anche per i denunciati per reati contro il patrimonio, aumento di pene per l’accattonaggio con minori e madri condannate, in carcere anche se con figli piccoli.
E ancora. Quando il funzionario pubblico porta la divisa, il reato di resistenza si complica al punto da incidere anche sul bilanciamento con le aggravanti.
Nuovo inasprimento di pena, nonostante l’ultima modifica sia di appena qualche mese fa, per le lesioni in danno di un pubblico ufficiale.

Botte da orbi (in termini di trattamento sanzionatorio, ovviamente) a chi deturpa gli edifici pubblici, ma questa volta con la finalità di ledere il prestigio dell’istituzione.
Con lo schema il Governo fornisce le linee programmatiche per affrontare l’emergenza carcere; altro che Stati Generali dell’Esecuzione Penale! Chi è in carcere deve solo ubbidire e la protesta, anche quando esercitata in forma non violenta, diventa fonte di nuovi reati e nuove pene. Idem per i migranti rinchiusi nei centri di accoglienza (sic!). Ai detenuti addirittura si sottrae una parte della mercede per il lavoro in carcere, per destinarla ai fondi vittime.
E poi. Poliziotti sempre armati. Possono girare fuori servizio con fucili, manganelli e pistole, diversi da quelli di ordinanza.
Il diritto penale moderno ha sempre guardato con sospetto le norme che prevedono una rafforzata tutela dei pubblici funzionari, norme tipiche di uno stato autoritario, previste dal codice fascista Rocco, perché non conformi alla Costituzione e da sempre ne ha auspicato la parificazione a quella di tutti i cittadini. Dottrina e giurisprudenza si sono sperticate a individuare un diverso oggetto della tutela penale; le nuove norme proposte, destinate a una superiore protezione di organi di polizia recuperano appieno quella vocazione autoritaria che letture costituzionalmente orientate hanno tanto faticosamente tentato di superare. Garantisti e anime liberali non possono certo abbassare la guardia.

Le nuove misure:

– nuovo reato di detenzione e diffusione di istruzioni per
la preparazione di esplosivi;
– nuovo reato di occupazione arbitraria di immobili con nuovi
poteri alle Forze di polizia per la restituzione del bene;
– inasprimento delle pene per la truffa aggravata;
– DASPO urbano anche per i denunciati per reati contro
il patrimonio;
– detenzione per le donne con figli minori;
– nuovo reato di rivolta in istituto penitenziario, che punisce anche la resistenza passiva anche con riferimento ai centri
di accoglienza per i migranti;
– nuove ostatività per i benefici penitenziari;
– prelevamento di una parte della retribuzione dei detenuti
lavoratori a favore dei fondi vittime;
– pene più alte per i reati di violenza e resistenza a pubblico
ufficiale quando si tratta di Forze dell’ordine;
– autorizzazione al porto di armi anche non di ordinanza
al di fuori del servizio.

Eriberto Rosso - avvocato penalista

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