La bandiera del pacifismo ora fa gola a tutti. Intendiamoci, il pacifismo non è né di destra né di sinistra, non ha colori né partiti, quando è autentico. Così, il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ha bruciato sul tempo il leader dei grillini Giuseppe Conte che stava pensando a una manifestazione arcobaleno che nelle sue intenzioni avrebbe visto partecipare il mondo cattolico e parte di quello del Pd, e l’ha promossa lui una manifestazione per la pace e per gridare lo stop immediato al conflitto tra Russia e Ucraina.

Così De Luca, insieme con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, e dopo non poche incomprensioni tra i due, ha indetto per il 28 ottobre una manifestazione nazionale per la pace in Ucraina. E ha chiamato tutti a raccolta. “Invitiamo tutti a comunicare le loro adesioni alla manifestazione che vuole risvegliare le coscienze, far crescere la consapevolezza dei problemi drammatici che abbiamo di fronte, e cominciare a introdurre nel linguaggio della politica la parola “pace”, che sembra ormai cancellata”. Ma a riportarla in auge ci vuole pensare lui e così sceglie il luogo della sua iniziativa. “Piazza Matteotti può contenere circa 20mila persone, penso che vada bene poi se dovessero essere migliaia le adesioni possiamo anche valutare di organizzarla in un altro posto”. Sia chiaro, la pace la vogliono tutti e chi non la vuole è solo un pazzo, ma sulle modalità invece con la quale si vuole arrivare alla pace ci sono non poche perplessità.

La manifestazione infatti sta dividendo politica e intellettuali tra chi ha annunciato a gran voce che scenderà in piazza e chi ha spiegato le motivazioni del dissenso. C’è chi dice sì alla pace, ma non alla manifestazione di De Luca. C’è chi dice no… Sono gli intellettuali napoletani.
Le voci di chi dice no a De Luca sono tra le più autorevoli del nostro panorama culturale: lo scrittore e sceneggiatore Maurizio De Giovanni, lo storico Aurelio Musi, il professor Paolo Macry e l’ex assessore alla cultura Nino Daniele.

Maurizio De Giovanni
«Io mi chiedo e sono perplesso sul senso di questa manifestazione. Noi siamo un Paese che fornisce armi all’Ucraina, tra l’altro mi pare che il Ministro che ha firmato il decreto relativo a questa decisione appartenga proprio al Pd, al partito di De Luca. Che senso ha fare una manifestazione per la pace fornendo, e mi creda non vuole essere una negazione di una o dell’altra idea, armi per la guerra. Questa pace che tipo di realizzazione concreta dovrebbe avere e nell’adesione a che cosa?

Mi spiego, con questa manifestazione si sta chiedendo all’Ucraina di arrendersi o a Putin di fermare l’aggressione? Fatico a capirne il senso. Come si coniuga la manifestazione per la pace con il dato di fatto che siamo un paese guerrafondaio nel senso proprio del termine? Siamo tutti per la pace, non c’è modo di non essere per la pace però io credo che vadano approfondite le ragioni di questa guerra, se si prende una posizione a livello nazionale e internazionale vorrei capire qual è. Se parliamo di attività diplomatiche io sono d’accordissimo, ma se invece manifestiamo per la pace genericamente, allora no. Apprezzerei di più se ci andassimo a stendere tutti al confine con il Donbass e dicessimo: bombardateci, noi siamo per la pace. Avrebbe più senso di una manifestazione genericamente idealistica».

Paolo Macry
«Mi sembra inappropriato che il presidente di una regione prenda una iniziativa del genere, posso capire che un Consiglio Regionale o Comunale votino un’adesione a una manifestazione per la pace, ma che la promuovano mi sembra piuttosto singolare. Nel merito sono totalmente in disaccordo con questa manifestazione che ha tutte le caratteristiche di un’iniziativa che non è pensata per la pace in Ucraina ma che di fatto polemizza in modo esplicito con il governo ucraino, con quello italiano, con la Nato, con tutti fuorché con la Russia di Putin.

De Luca ha detto cose molto gravi sull’Ucraina dicendo che se vogliamo che Kiev vinca allora dobbiamo sapere che ci saranno conseguenze gravi. Più chiaro di così si muore. Senza contare che il nostro Governo ha una linea totalmente diversa, che il Pd ha una linea completamente diversa e quindi diciamoci la verità: si ripete la storia già scritta da Luigi de Magistris che faceva esattamente queste cose, le manifestazioni. Si occupava di politica estera, usciva fuori dal seminato ed è la stessa cosa che sta facendo De Luca, e ovviamente non è la prima volta che lo fa».

Nino Daniele
«Non sono sicuro dell’utilità di questa manifestazione, quando si parla di pace va sempre bene però credo che una manifestazione per la pace andrebbe costruita con una piattaforma unitaria che metta insieme il largo campo democratico, e soprattutto credo che dovrebbe essere promossa da associazioni, movimenti di ispirazione culturale e civile. Insomma, ho molte riserve sull’utilità. Il tema della pace è una questione importante, anzi in questo momento è la questione e proprio per questo ci sarebbe dovuto essere un lavoro preventivo, un confronto preventivo e costruire un terreno comune che vedesse insieme un grande movimento democratico. Trovo negativo che su questa tematica si vada in ordine sparso, in modo diviso e che sia terreno di divisioni ulteriori e non di unità come dovrebbe essere quando si parla di pace».

Aurelio Musi
«Credo ci sia molta confusione sotto il cielo del pacifismo, nel senso che ci sono molti spazi vuoti che per l’inconsistenza delle forze e dei partiti qualche soggetto cerca di riempire ma nella totale schizofrenia e così abbiamo le posizioni più distinte e distanti. C’è la posizione del pacifismo disarmato senza se e senza ma che vuole arrivare alla tregua attraverso un generico richiamo al pacifismo, c’è poi chi si batte per un pacifismo armato e che riconosca che l’aggressore è uno solo ovvero la Russia e che l’aggredito è l’Ucraina (che è la mia posizione). E veniamo al dunque, la manifestazione indetta da De Luca tra l’altro in una data molto lontana, da qui al 28 ottobre può succedere di tutto, è stata pensata per cercare di riempire questo vuoto e si inserisce nella confusione generale.

Sono in disaccordo con questa manifestazione perché per organizzarne una il soggetto deve essere credibile e il presidente della Regione non lo è perché fino a ieri ha detto peste e corna dell’Europa, ha chiamato “analfabeta di ritorno” il segretario generale della Nato e non ha mai mostrato distanza da Putin, anzi tra due personaggi soli al comando ci si intende molto bene. Inoltre, la manifestazione è uno spostamento, come succede spessissimo agli statisti e ai responsabili delle politiche nazionali quando ci sono problemi di politica interna, si sposta tutto sulla politica internazionale. In questo caso De Luca che dovrebbe pensare soprattutto alle sue funzioni inerenti al Governo regionale, in un periodo in cui ha molti problemi da risolvere, sposta tutto su questo versante creando ancora più confusione. Ecco perché sono totalmente contrario a questa manifestazione: sono per il pacifismo armato, il soggetto che la promuove non è credibile né coerente. Penso sia necessario che tutti i partiti democratici trovino un punto d’accordo senza ambiguità sulla scelta della tregua, fermo restando che credo che bisogna mandare tutte le armi possibili in Ucraina e contemporaneamente sedersi ai tavoli per le trattive per la pace».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.