Divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico non sono bastati
Padre e marito belva, moglie uccisa a coltellate dopo denuncia: 20 anni di abusi e stupri, non accettava l’identità sessuale del figlio
Vent’anni di violenze, vent’anni che una una madre e tre figli, tutti di origine napoletana ma trasferitasi a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona, subivano i soprusi di un marito e genitore che non accettava nulla e alla minima occasione si lasciava andare a scatti d’ira raccapriccianti. Botte, violenze, abusi sessuali quando era ubriaco, mobili fatti a pezzi e un vero e proprio massacro, sopratutto psicologico, ai danni di uno dei tre figli che aveva decido di cambiare identità sessuale. Vent’anni denunciati solo lo scorso marzo 2023. Ma nonostante un processo in corso per maltrattamenti e il divieto di avvicinamento con obbligo di braccialetto elettronico (perché non ha funzionato?), la belva, Franco Panariello, operaio metalmeccanico di 55 anni, originario di Torre del Greco così come la moglie, Concetta Marruocco, 53 anni, non si è fermata e la notte scorsa ha ucciso a coltellate la consorte, dalla quale si stava separando, in seguito all’ennesima lite.
Lite avvenuta nel cuore della notte quando, verso le 3, l’uomo si è presentato armato di coltello nell’abitazione dove viveva la moglie, di professione infermiera, e la figlia minore (gli altri due figli vivono altrove). La donna dormiva, è stata svegliata dal marito e dopo un breve litigio ha trovato la morte, ammazzata con numerose coltellate da Panariello. Le urla disperate della 53enne hanno svegliato la figlia invitata dal genitore a chiamare i carabinieri perché “ho fatto una sciocchezza“.
Poco dopo nell’abitazione sono arrivati i militari dell’Arma e i sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che constatare il decesso della donna. Ai carabinieri Panariello ha spiegato dove aveva gettato l’arma del delitto. Adesso dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione perché aveva portato con sé il coltello, oltre alle chiavi di cui era ancora in possesso. Nel corso di una udienza nel processo per maltrattamenti, andata in scena nel settembre scorso, Concetta ha raccontato ai giudici il calvario subito insieme ai tre figli. Una vicenda ben nota in paese, tanto che la famiglia “era seguita da anni dai servizi sociali e dalle strutture sanitarie, oltre che dalle forze dell’ordine”, spiega il sindaco David Grillini all’agenzia Ansa.
Prima di compiere l’omicidio, Panariello era stato in serata al pronto soccorso dell’ospedale di Fabriano per un lieve malore. Dopo gli accertamenti di rito, è stato dimesso ed è tornato nella sua abitazione dove vi è rimasto solo poche ore. Nel cuore della notte è uscito nuovamente di casa armato di coltello alla volta di Cerreto d’Esi, comune distante pochi chilometri. Poi l’irruzione in casa e la tragedia.
Durissima la denuncia delle operatrici che assistevano Concetta nel centro antiviolenza marchigiano. “Panariello era sottoposto a misura cautelare con l’applicazione del braccialetto elettronico, misura cautelare che più volte era stata violata, senza che al riguardo venissero prese altre misure più restrittive” accusano. “Concetta -aggiungono – è stata massacrata con numerose coltellate. Concetta negli ultimi tempi era una donna nuova, ha testimoniato con consapevolezza, lucidità, determinazione ed aveva un progetto di vita per lei e per Noè. Noi abbiamo incontrato Concetta tre giorni fa e ci aveva comunicato che avrebbe voluto offrire il suo contributo all’associazione per aiutare le donne che come lei vivono la sopraffazione e la violenza maschile”.
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