Alla vigilia dei funerali che celebrerà Papa Francesco, il pontefice argentino riceve un duro attacco da parte di monsignor Georg Gänswein, storico segretario di Benedetto XVI, il Papa emerito che verrà sepolto giovedì dopo la cerimonia che verrà presieduta in piazza San Pietro dal suo successore.
Oggetto delle critiche di Gänswein è la cosiddetta “messa in latino”, tema caro al Papa emerito. Joseph Ratzinger infatti nel 2007 aveva liberalizzato il ricorso alla messa in latina pre-conciliare tramite la lettera apostolica “Summorum Pontificum”.
Una mossa per ricucire i rapporti con i lefebvriani, il movimento ultraconservatore e tradizionalista interno alla Chiesa in rotta con i ‘vertici’ sin dal Concilio vaticano II.
Una scelta ribaltata nel 2021 da Francesco con il motu proprio “Traditionis custodes”, in cui il Pontefice ne criticava un “uso strumentale” caratterizzato “da un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II, con l’affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la Tradizione e la ‘vera Chiesa’”.
In una intervista concessa a Die Tagespost, monsignor Gänswein parla di quel provvedimento, che essendo pubblicato sotto forma di motu proprio è inappellabile e immediatamente valido per tutta la Chiesa cattolica, come di un “punto di svolta”. “Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore”, sono le parole al vetriolo del segretario dell’ex pontefice tedesco.
“L’intenzione di papa Benedetto era stato quello di aiutare quelli che semplicemente avevano trovato una casa nella vecchia messa a trovare una pace interiore, trovare una pace liturgica e anche per sottrarli a Lefebvre. Se pensate per quanti secoli la vecchia messa è stata fonte di vita spirituale e nutrimento per molti santi è difficile immaginare che non abbia più nulla da offrire. È impossibile immaginare che non abbia più nulla da offrire. E non dimentichiamo tutti quei giovani che sono nati dopo il Concilio vaticano II e non sanno nulla dei drammi che hanno circondato il Concilio Vaticano II”, sono le parole di monsignor Gänswein al giornale tedesco.