Politica
Paesi Sicuri, Francesco Paolo Sisto: “La lista è chiara, esiste un diritto di difendere i propri confini”
Non accennano a placarsi le polemiche sulla mail interna del Procuratore generale della Cassazione, Patarnello. «Dalle toghe ci si aspetta che applichino la legge, che non cerchino di ribaltare il voto popolare e che la smettano di fare comizi sfruttando ruolo e impunità. Lascino governare chi è stato scelto dagli italiani: se vogliono fare politica si dimettano e si candidino col Pd», afferma la Lega in una nota. «È sempre piu’ auspicabile – prosegue la nota – che l’Anm, ricordando alcuni scandali come quelli di Palamara, Apostolico e Patarnello, sappia finalmente fare autocritica per trovare equilibrio e moderazione».
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, domenica a Bari, ha invitato le istituzioni a una saggia mediazione su tutte le posizioni. «Il decreto-legge – rilancia il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto – sui Paesi sicuri ha proprio questa funzione: provare a individuare una soluzione ragionevole, rispettosa delle regole. Da oggi i Paesi sicuri sono specificati con fonte primaria, sicché sono garantiti tutti i presupposti per individuarli, e senza incertezze. In linea generale, va ribadito che ogni Paese ha diritto di difendere i propri confini. Tanto è stato espressamente riconosciuto anche dall’Unione Europea, che ha addirittura individuato un modello nelle nostre politiche».
Il viceministro Sisto ha poi osservato: «Quando il ministro Nordio ha parlato di provvedimento ‘abnorme’, in senso atecnico, da parte del tribunale di Roma faceva riferimento al dato che quell’atto non ‘ascoltava’ i contenuti della sentenza della Cgue. Ora, il problema può dirsi davvero risolto. Di fronte ad una fonte primaria, ci auguriamo dai magistrati un’interpretazione sintonizzata all’autorevolezza della forza di legge. La Costituzione stabilisce che il Parlamento ha il compito di scrivere le leggi e il giudice di applicarle, senza che nessuno disturbi l’altro: i poteri vanno tenuti tra loro nettamente distinti. È un’indicazione perentoria, netta, precisa, che ha le sue ragioni, si può continuare a difendere i propri confini con tranquillità».
Ieri anche Matteo Renzi è intervenuto, definendo «inaccettabili» le parole di Patarnello. È stata anche aperta una pratica a tutela dei giudici della sezione Migranti del Tribunale di Roma. Tra gli altri è stata firmata dai componenti laici Ernesto Carbone (in quota Italia Viva), Michele Papa (in quota M5s) e Roberto Romboli (in quota Pd).
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