La misteriosa cena con Palamara
Palamara a cena con Pignatone, ma la Finanza decise di spegnere il trojan… [I DOCUMENTI]
Non ci fu alcun malfunzionamento: il trojan venne spento dai finanzieri del Gico la sera che Luca Palamara incontrò a cena Giuseppe Pignatone. La clamorosa rivelazione è emersa solo adesso con la lettura degli atti d’indagine depositati dalla Procura di Perugia. La storia è nota. Il telefono cellulare di Palamara, indagato per corruzione nel capoluogo umbro, venne, dal 3 al 31 maggio del 2019, sottoposto a intercettazione mediante l’utilizzo del “trojan”, il virus spia che trasforma l’apparato in un microfono.
Come più volte ricordato, il trojan deve essere programmato. Utilizzando molta energia, è necessario indicare le fasce orarie in cui accendersi. Normalmente non si devono superare le sei o otto ore al giorno, proprio per evitare che l’intercettato, notando un consumo anomalo della batteria, possa insospettirsi. Nel caso di Palamara, conoscendo le sue abitudini, i finanzieri alle dipendenze del colonnello Gerardo Mastrodomenico e del maggiore Fabio Di Bella, decisero che, durante l’arco della giornata, le ore serali sarebbero state quelle più interessanti dal punto di vista investigativo. E questo perché il magistrato romano era solito cenare quasi sempre fuori casa “intrattenendosi con svariati soggetti”.
Mastrodomenico e Di Bella, come disse Palamara parlando un giorno con il dem Luca Lotti, erano gli uomini di fiducia del “I”, alias Pignatone. L’avvio della registrazione avveniva all’orario programmato per ogni giornata in maniera automatica e solo quando lo schermo del terminale era spento, interrompendosi quando lo schermo si fosse acceso per qualsiasi motivo.
Leggendo, come detto, l’annotazione relativa alle operazioni di intercettazione della società milanese Rcs (che ha fornito il captatore e il supporto tecnico alla Procura di Perugia, ndr) datata 29 luglio 2019 e depositata dai pm lo scorso 20 aprile, risulta, però, una circostanza clamorosa.
Come si può leggere nelle tabelle che pubblichiamo , l’8 maggio del 2019, alle ore 1:33:53 del pomeriggio, il maresciallo Roberto D’Acunto (sigla rdacunto, ndr) effettua la prevista programmazione, indicata con il termine “add” per il giorno successivo. L’orario in cui il trojan si accenderà sarà dalle 6:00:00 del pomeriggio alle successive 11:59:59. Di ogni operazione effettuata rimane traccia, indicata dal programma con un numero identificativo (id), in questo caso 1557315151.
La mattina successiva, il collega dalla sigla “gorrea”, alle ore 11:45:13 della mattina modifica la programmazione, indicata con il termine “replace”, inserendo un nuovo orario: 2:00:00 della mattina. Si tratta di un orario antecedente al momento in cui “gorrea” sta effettuando l’operazione. Tale modifica, di circa dieci ore prima, ha l’effetto di far “impazzire” il software che viene pertanto “sprogrammato”, cancellando l’inserimento fatto da D’Acunto.
La conseguenza dell’operazione di “gorrea” sarà quella che il trojan, inizialmente programmato per coprire tutta la serata del 9 maggio, dalle ore 18 alla mezzanotte, non intercetterà cosa si diranno a cena al ristorante dei Parioli “Mamma Angelina” Palamara, Pignatone, e altri importanti giudici della Capitale. Il trojan ripartirà, come da programmazione, solo il giorno dopo, il 10 maggio, alle 9.18 del mattino.
Il cellulare di Palamara, ed è un dato molto importante, era sottoposto anche alle intercettazioni telefoniche “tradizionali”. Intercettazioni che, a differenza di quelle effettuate con il trojan affidate alla mano del maresciallo, non possono essere interrotte senza la preventiva autorizzazione del pm. Ed infatti registreranno le telefonate che Palamara effettuerà la mattina del 9 maggio, in cui confermava l’appuntamento a cena con i suoi illustri ospiti, e quelle durante la cena stessa.
Come mai, allora, “gorrea” decise di cambiare la programmazione dell’apparato la mattina del 9 maggio 2019? C’è qualche legame con la cena? Leggendo gli atti depositati non è stata trovata alcuna annotazione per capire il motivo per il quale i finanzieri decisero di intervenire, modificando la programmazione del trojan. E non è stata trovata nessuna richiesta di spiegazioni da parte dei pm. La selezione degli intervalli d’ascolto era decisa sotto la supervisione dei pm di Perugia con i quali “ci sentivamo anche due o tre volte al giorno”, dissero i finanzieri davanti alla sezione disciplinare del Csm nel procedimento che ha disposto la radiazione di Palamara dalla magistratura lo scorso ottobre.
In questo giallo, vale infine la pena ricordare che la sera prima, l’8 maggio, Palamara aveva incontrato all’hotel Champagne i deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti, oltre a cinque consiglieri (poi costretti alle dimissioni) del Csm. Tema della serata la nomina del nuovo procuratore di Roma. L’incontro, in quel caso, venne registrato integralmente fino a notte fonda, alle due del mattino per la precisione. Il motivo? Palamara, spiegarono i finanzieri, aveva concordato di vedersi con Claudio Lotito (presidente della Lazio).
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