“Il Signore ci chiederà conto di tutti i migranti caduti nei viaggi della speranza”. Sono le parole durissime espresse da Papa Francesco in piazza San Pietro nel corso dell’Angelus e ricordando che domani, 24 agosto, ricorre il decimo anniversario del massacro di 72 migranti a San Fernando, Tamaulipas, in Messico. “Erano persone di diversi Paesi che cercavano una vita migliore”, ha ricordato il Pontefice, che ha definito i migranti morti “vittime della cultura dello scarto”.

Ma il Papa non ha voluto dimenticare neanche le vittime del Coronavirus. ”Questa mattina ho sentito la testimonianza di una famiglia che ha perso i nonni nello stesso giorno senza poterli salutare – ha detto Bergoglio – Sono tante le sofferenze, tante le persone vittime della malattia, tanti anche i volontari, i medici, gli infermieri, le suore e i sacerdoti che hanno lasciato la vita. Ricordiamo le famiglie che hanno sofferto per questo”, ha detto il pontefice.

Quindi un passaggio su un secondo importante anniversario che arriverà domani, con i 4 anni dal terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale. “Domani si compiono i quattro anni dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale. Rinnovo la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni perchè possano andare avanti. Mi auguro che si acceleri con la ricostruzione affinchè la gente possa tornare a vivere serenamente nei territori dell’Appennino”, ha detto il Papa.

Francesco ha utilizzato l’Angelus anche per parlare della giornata mondiale in ricordo delle vittime di atti di violenza basati sulla religione e sul credo, che si è celebrata sabato. “Preghiamo per questi nostri fratelli e sorelle e sosteniamo quanti e sono, e sono ancora tanti, che oggi vengono perseguitati a motivo della loro fede religiosa”, sono state le parole del Pontefice da piazza San Pietro.

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