Prudenza e obbedienza. Sono le parole utilizzate da Papa Francesco dopo le polemiche dei giorni scorsi dei vescovi italiani sulla decisione del Governo di lasciare in vigore, anche dal 4 maggio, il divieto della celebrazione delle messe durante l’emergenza coronavirus.

Bergoglio prova invece a fare da paciere e nel corso della messa a Casa Santa Marta lancia un appello: “In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.

Parole attente quelle utilizzate da Papa Francesco che mirano probabilmente a placare le tensioni che ci sono stante nei giorni scorsi tra la CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, e il Governo.

 

Nella nota di domenica 26 aprile, la CEI sottolineava che “dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la Cei presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo”, accusa la Cei. Poi la conclusione, un appello al governo: “La Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.

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