Conclusa la sua visita di poche ore a Budapest per la messa conclusiva del cinquantaduesimo Congresso eucaristico internazionale, Papa Francesco è partito per la Slovacchia, seconda tappa del suo viaggio, dove resterà fino a mercoledì prossimo. Oggi il Pontefice è stato a Budapest, prima tappa del viaggio, quando è atterrato all’aeroporto della capitale magiara ad accoglierlo è il vice primo ministro Zsolt Semjen.
Nel Museo delle Belle Arti di Budapest il Santo Padre ha incontrato il primo ministro Viktor Orban e il presidente della Repubblica d’Ungheria, Janos Ader. L’incontro “si è svolto secondo il programma previsto, in un clima cordiale, ed è terminato alle ore 9.25”, durato in tutto circa 40 minuti. Lo comunica la Sala stampa vaticana. All’incontro erano presenti, con il Pontefice, anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e monsignor Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Tra i vari argomenti trattati, “il ruolo della Chiesa nel Paese, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la difesa e la promozione della famiglia”. Orban sul suo profilo Facebook, dopo l’incontro di stamane col Pontefice, ha scritto: “Ho chiesto a Papa Francesco di non lasciare che l’Ungheria cristiana perisca”.
Francesco ha incontrato i vescovi d’Ungheria, quindi il Consiglio ecumenico delle Chiese con le comunità ebraiche. “Ogni volta che c’è stata la tentazione di assorbire l’altro non si è costruito, ma si è distrutto, così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo. Quante volte nella storia è accaduto! Dobbiamo vigilare e pregare perché non accada più. E impegnarci a promuovere insieme una educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano. Penso alla minaccia dell’antisemitismo, che ancora serpeggia in Europa e altrove. È una miccia che va spenta”.
“Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità”, ha detto il Pontefice. Francesco ha fatto riferimento alla “evocativa immagine del Ponte delle Catene, che collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi”. E “il Ponte ci istruisce ancora: esso è sorretto da grandi catene, formate da tanti anelli. Siamo noi questi anelli – ha spiegato – e ogni anello è fondamentale: perciò non possiamo più vivere nel sospetto e nell’ignoranza, distanti e discordi”. Secondo Francesco, “il Dio dell’alleanza ci chiede di non cedere alle logiche dell’isolamento e degli interessi di parte. Non desidera alleanze con qualcuno a discapito di altri, ma persone e comunità che siano ponti di comunione con tutti”.
Poi, nell’incontro privato con i vescovi ungheresi a Budapest Papa Francesco ha detto:“Vogliamo che il fiume del Vangelo raggiunga la vita delle persone, facendo germogliare anche qui in Ungheria una società più fraterna e solidale, abbiamo bisogno che la Chiesa costruisca nuovi ponti di dialogo”. E poi ha fatto un appello rivolgendosi direttamente a loro: “Come Vescovi, vi chiedo di mostrare sempre, insieme ai sacerdoti e ai collaboratori pastorali, il volto vero della Chiesa: è madre. È madre! Un volto accogliente verso tutti, anche verso chi proviene da fuori, un volto fraterno, aperto al dialogo. Siate Pastori che hanno a cuore la fraternità. Non padroni del gregge, ma padri e fratelli. Lo stile della fraternità, che vi chiedo di coltivare con i sacerdoti e con tutto il Popolo di Dio, diventi un segno luminoso per l’Ungheria”