A 86 anni e con diversi acciacchi fisici che gli impediscono di camminare regolarmente, Papa Francesco ammette le difficoltà che sta incontrando nel girare il mondo nella sua missione di capo della Chiesa. “Vi dico la verità: per me fare un viaggio adesso non è tanto facile come all’inizio. Ci sono limitazioni, nel camminare, vediamo”, ha spiegato ai giornalisti durante il volo di ritorno dalla Mongolia. Nelle prossime settimane infatti Bergoglio è atteso a Marsiglia il 22 e 23 settembre, poi ci sarà qualche viaggio “in un Paese piccolo dell’Europa, stiamo vedendo se farlo”. Di sicuro in Vietnam, ad esempio, “ci andrà Giovanni XXIV” dice scherzando. Nel corso della conferenza stampa improvvisata in volo, il Pontefice ritorna sulla parole relative all’eredità russa che hanno fatto storcere il naso agli ucraini, poi affronta il tema delle periferie dopo quanto accaduto a Napoli e Palermo, invita la Cina a tener ben presente che la Chiesa non dipende “da un’latra potenza straniera” e comprende i giovani che protestano per i cambiamenti climatici aggiungendo però di non accettare “estremismi“.

“In Vietnam sono sicuro che ci andrà Giovanni XXIV, questo è sicuro che ci sarà”, ha ironizzato Papa Francesco alla domanda dei giornalisti, durante il volo di ritorno dalla Mongolia, sulla possibilità di un suo viaggio in Vietnam. “Il Vietnam è una delle esperienze molto belle di dialogo che ha fatto la Chiesa negli ultimi tempi“. “Le parti – ha continuato – hanno avuto la buona volontà di capirsi, cercare la strada di andare avanti anche se ci sono stati dei problemi”. Secondo Francesco, “col Vietnam prima o poi i problemi si superano. C’è stato da noi il presidente, abbiamo parlato molto liberamente”. “Io sono molto positivo sui rapporti con il Vietnam – ha ribadito il Papa -. Si sta facendo un bel lavoro, c’è un bel dialogo con loro, sono molto rispettosi. Quando una cultura si apre, c’è la possibilità di dialogo, non se c’è chiusura. E col Vietnam io dirò che il dialogo è aperto”.

Sulla Russia precisa: “Quello che ho detto ai giovani russi è di farsi carico della propria eredità, di prendere la propria eredità, che vuol dire non comprarla altrove. E quale eredità ha dato la grande Russia: la cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto grande; e non va cancellata per problemi politici“. “Avete avuto anni bui in Russia – spiega Bergoglio, come riporta Vatican News – ma l’eredità sempre è rimasta così, alla mano”. Per quanto riguarda le accuse di imperialismo però “io non pensavo all’imperialismo quando ho detto quello: ho parlato della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, mai; è sempre dialogare, e parlavo di questo. È vero che ci sono degli imperialismi che vogliono imporre la loro ideologia. Mi fermo qui: quando la cultura viene distillata e trasformata in ideologia, questo è il veleno. Si usa la cultura, ma distillata in ideologia. Questo bisogna distinguere, quando è la cultura di un popolo e quando sono le ideologie che sorgono poi per qualche filosofo, qualche politico di quel popolo”. E questo, aggiunge il Pontefice, “lo dico per tutti, anche per la Chiesa. Dentro la Chiesa tante volte si mettono le ideologie, che staccano la Chiesa dalla vita che viene dalla radice e va in su; staccano la Chiesa dall’influsso dello Spirito Santo. Un’ideologia è incapace di incarnarsi, è idea soltanto. Ma l’ideologia prende posto e si fa politica, di solito diventa dittatura ,diviene incapacità di dialogo, di andare avanti con le culture. E gli imperialismi fanno questo. L’imperialismo sempre si consolida in base a un’ideologia. Dobbiamo distinguere anche nella Chiesa tra dottrina e ideologia”.

Sulla missione di pace del cardinale Zuppi ha aggiunto: “E’ un uomo di universalità e di grande dialogo – ha aggiunto -. C’è la sua storia del lavoro fatto col Mozambico per la pace”. E la missione di pace in Ucraina?, incalzano i cronisti: “Va…”, taglia corto il Papa.

Sui rapporti con la Cina Francesco ha spiegato che sono “molti rispettosi, personalmente ho una grande ammirazione. “Per la nomina dei vescovi c’è una commissione che lavora, cinese e col Vaticano, da tempo c’è dialogo”, ha osservato Francesco. “E poi ci sono tanti preti cattolici o intellettuali cattolici che sono invitati da Università cinesi per insegnare lì”. “Credo che dobbiamo andare più avanti – ha proseguito il Pontefice – sul senso religioso, per capirci di più. E i cattolici cinesi non pensino che la Chiesa dipende da una potenza straniera”. “È una strada amichevole – ha ribadito -. Sta facendo bene la commissione presieduta dal card. Parolin, fanno un buon lavoro, anche da parte cinese. I rapporti sono così, in cammino”.

Una volta atterrato a Roma, Papa Francesco, come di consueto al termine di ogni viaggio apostolico, ha raggiunto la basilica di Santa Maria Maggiore, dove ha sostato in preghiera davanti all’icona della Vergine Salus populi romani. Quindi, al termine della visita, ha fatto rientro in Vaticano.

 

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