Papa Francesco, parlando ai diplomatici accreditati presso la Santa Sede, nel corso dell’udienza annuale, ha messo in guardia dal pericolo nucleare. Nel mondo bisogna “procedere a un disarmo integrale” che scardini la logica fondata “sull’equilibrio delle forze”. Papa Francesco lo ha chiesto parlando ad ambasciatori e rappresentanti dei paesi accreditati presso la Santa Sede, ricevuti in Vaticano. “Tutti i conflitti – ha detto il pontefice – pongono in rilievo le conseguenze letali di un continuo ricorso alla produzione di nuovi e sempre più sofisticati armamenti”. Bisogna invece “procedere sulla via di un disarmo integrale, poiché nessuna pace è possibile laddove dilagano strumenti di morte”.
“Ancora oggi la minaccia nucleare viene evocata, gettando il mondo nella paura e nell’angoscia – ha sottolineato Bergoglio -. Non posso che ribadire in questa sede che il possesso di armi atomiche è immorale poiché – come osservava Giovanni XXIII – ‘se è difficile persuadersi che vi siano persone capaci di assumersi la responsabilità delle distruzioni e dei dolori che una guerra causerebbe, non è escluso che un fatto imprevedibile ed incontrollabile possa far scoccare la scintilla che metta in moto l’apparato bellico’. Sotto la minaccia di armi nucleari siamo tutti sempre perdenti!”.
Francesco ha poi sottolineato: “Particolare preoccupazione desta lo stallo dei negoziati circa il riavvio del piano d’azione congiunto globale, meglio noto come ‘accordo sul nucleare iraniano’. Auspico che si possa arrivare al più presto ad una soluzione concreta per garantire un avvenire più sicuro”.
“Non dimentichiamo poi che la guerra colpisce particolarmente le persone più fragili, i bambini, gli anziani, i disabili, e lacera indelebilmente le famiglie – aggiunge Bergoglio -. Non posso che rinnovare quest’oggi il mio appello a far cessare immediatamente questo conflitto insensato, i cui effetti interessano intere regioni, anche fuori dall’Europa a causa delle ripercussioni che esso ha in campo energetico e nell’ambito della produzione alimentare, soprattutto in Africa ed in Medio Oriente”.
“La terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo ci porta a considerare altri teatri di tensioni e conflitti. Anche quest’anno, con tanto dolore, dobbiamo guardare alla Siria come a una terra martoriata. La rinascita di quel Paese deve passare attraverso le necessarie riforme, anche costituzionali, nel tentativo di dare speranza al popolo siriano, afflitto da una povertà sempre crescente, evitando che le sanzioni internazionali imposte abbiano riflessi sulla vita quotidiana di una popolazione che ha già sofferto tanto” conclude il santo padre.