Quattro stese nel giro di pochi giorni. Due nelle ultime 12 ore, a cavallo tra la notte scorsa e la mattinata di oggi. La malavita sfida lo Stato, sfida le passerelle e i blitz mediatici. Sfida l’inefficienza di un’istituzione che continua ad annunciare una immediata bonifica ma, nel frattempo, manco le telecamere di videosorveglianza riesce a piazzare nella zona del Parco Verde di Caivano. Nonostante i proclami e gli annunci in pompa magna negli anni scorsi (Salvini e la sua Lega indubbiamente i più ‘bravi’), ad oggi in quello che è considerato uno dei più grandi mercati di droga a cielo aperto di Napoli e provincia, l’occhio dello Stato scarseggia. Pochi, pochissimi impianti presenti (bisogna poi capire se sono attivi). Lo sanno bene le paranze delle stese al soldo dei clan, da una parte in contrasto tra loro per lo spaccio di droga, dall’altra desiderosi di lanciare messaggi intimidatori ai tanti cittadini onesti che vivono in un luogo dimenticato e abbandonato.

Questa volta, per evitare di lasciare ulteriori indizi sarebbero entrati in azione anche con il casco integrale, stando alla testimonianza di don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Paolo Apostolo sotto scorta da oltre un anno, insieme alla preside Eugenia Carfora e a poche associazioni, rappresenta l’unico punto di riferimento per i cittadini. Due stese in poche ore, in zone dove l’occhio delle telecamere latita. Numerosi i proiettili esplosi domenica sera (10 settembre) poco dopo le 23, ben 19 partiti da due differenti armi, in viale delle Margherite. Poi il risveglio, le prime notizie che si rincorrono su siti, tv e radio, il sopralluogo alle 10 dei carabinieri con i giornalisti, infine, alle 11,30, la nuova provocazione: ignoti, presumibilmente sempre a bordo di scooter di grossa cilindrata o moto, in via Pio IX esplodono diversi colpi d’arma da fuoco contro un’auto parcheggiata in strada. Auto che, dalle prime ricostruzioni dei carabinieri, non apparterrebbe ad alcuno soggetto noto. Forse è stata presa come bersaglio a caso.

La denuncia era arrivata ieri sera dallo stesso don Patriciello che in un post sui social aveva scritto: “La domenica volge a termine – scrive don Maurizio – manca poco più di un’ora alla mezzanotte. Per la gente della mia parrocchia non c’è pace. In sella alle loro moto, sono arrivati ancora una volta. Volti coperti. Armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all’impazzata. E’ il terrore. Le ‘stese’ fanno paura. Può morire chiunque. Signore, aiutaci. E voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi. E, se avete il coraggio, venite voi ad abitare con i vostri figli al ‘Parco Verde’ in Caivano. Forza, fratelli e sorelle onesti del Parco Verde. Coraggio. Il Signore non ci abbandona”.

In mattinata lo stesso parroco ha rincarato la dose: “I topi si sentono stanati, ma sono convinto che torneranno. Questi topo hanno ballato per tanti anni – afferma – Ora forse sentono che qualcosa sta cambiando davvero. Stanotte è accaduta una cosa orribile – aggiunge – Una cosa che è una vergogna per tutti. Non è concepibile”. Poi nel corso di una intervista a Tv2000, ha fotografato la situazione di terrore che vivono i cittadini: “Il pensiero va ai bambini, agli anziani e agli ammalati che sono ancora terrorizzati. Tanti di loro sono prigionieri in casa e non escono più- A questi fratelli camorristi – aggiunge don Patriciello – va anche il mio abbraccio e la mia benedizione e la preghiera di cambiare strada. Loro non vogliono bene a nessuno, neanche ai loro figli. Viviamo ancora una volta un momento terribile. I bambini – conclude don Patriciello a Tv2000 – per il resto della loro vita questa paura e terrore nel cuore”.

Prima dei due raid armate delle scorse ore, erano state segnalate altre due stese nel Parco Verde di Caivano, finito nel mirino dello Stato dopo la raccapricciante vicenda delle due cuginette di 10 e 12 anni violentate da un gruppo di coetanei nel mese di luglio scorso. Un episodio avvenuto tra l’omertà e l’indifferenza generale voluta – secondo gli investigatori – dai clan dello spaccio per non attirare i riflettori di media e forze dell’ordine. Intanto il ministro Valditara, con largo anticipo, annuncia che “il 18 ottobre sarò nuovamente a Caivano portando alcune misure concrete che stiamo già iniziando ad adottare. Proseguiremo con sempre più determinazione per dare ai giovani un futuro di crescita personale, di maggiori opportunità lavorative e di libertà da ogni condizionamento delinquenziale. Lo Stato non si piega a minacce di alcun tipo”.

Tornando alla vicenda delle due cuginette stuprate, Bruno Vespa annuncia che nei “Cinque Minuti” in onda su Rai Uno dopo il Tg1 parlerà per la prima volta la madre della maggiore delle due cuginette di Caivano. “Spero che riusciremo in breve tempo a dimostrare quanto sia incredibilmente disperata la situazione da quelle parti. Bonificare Caivano da un punto di vista morale, semmai riuscissero, sarebbe una cosa che vale una legislatura. Pensate che in quella famiglia entravano 1.450 euro tra reddito e assegno, e mille euro di stipendio del marito. Di questi soldi in casa non rientrava niente. Perché? Quali debiti non propriamente legali andavano a ricoprire?”. 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.