Parigi 2024
Parigi 2024, russi e bielorussi invisibili: la damnatio memoriae sulle medaglie della guerra
Sono a Parigi per competere con loro stessi, non per il loro Paese. Se vincono premiazioni in incognito, nessun inno o bandiera, né tifosi sugli spalti e neppure da casa, visto che le Olimpiadi, nelle loro città non vengono neppure trasmesse in tv. Questo il destino dei 32 atleti che fanno parte dell’Ain, Atleti Individuali Neutri: quindici russi e diciassette bielorussi, la cui partecipazione ai Giochi è stata accordata come eccezione al normale divieto di partecipazione, che pagano le conseguenze della guerra sulla propria carriera sportiva.
Invisibili, su di loro viene anche scagliata Damnatio memoriae: non esistono nel medagliere ufficiale, come il bielorusso Ivan Litvinovich, oro nel trampolino elastico, per la cui premiazione è stato creato utilizzato l’inno ad hoc privo di liriche, oppure l’argento delle giovani russe Mirra Andreeva e Diana Snaider che hanno perso la finale del doppio femminile di tennis contro Sara Errani e Jasmine Paolini. Nessuno sarà menzionato nell’albo d’oro Olimpico.
Una presenza invisibile
Proprio quest’ultima coppia è finita anche sotto la lente degli attivisti che hanno raccolto dai social ogni tipo di informazioni sugli atleti russi nel periodo che ha preceduto le Olimpiadi, per cercare di scovare qualsiasi tipo di sostegno alla guerra. Un processo di selezione volto a eliminare chiunque abbia sostenuto pubblicamente la guerra o l’esercito, che ogni tanto può bucare. Come quando alla Snaider è stato chiesto di rendere conto dei suoi “mi piace” ad alcuni post, la tennista ha risposto che non risponderà “a niente riguardo alla politica qui”.
Una presenza indiscreta, la loro, fin dal primo giorno quando gli è stata proibita la sfilata durante la cerimonia inaugurale. Nulla di sorprendente rispetto a quanto avvenuto a Tokyo, una delle sanzioni dell’occidente per l’invasione ucraina, l’inizio di un conflitto che non ha neppure rispettato la tregua olimpica, e che ha portato molte Federazioni sportive russe a boicottare i giochi, prendendo atto già della partecipazione negata ai molti atleti che avevano sostenuto l’avanzata di Putin.
Storia anche di pressione politiche: in totale il CIO ha elencato 10 russi e un bielorusso che inizialmente hanno accettato, salvo poi rifiutare, di partecipare ai Giochi. Il trampolino di Ivan Litvinovich è stato il primo oro a Parigi 2024. In tutina verde-acqua è salito sul gradino più alto del podio: è un bis dopo quello di Tokyo, ma la Bielorussia non conoscerà mai il suo successo.
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