Democrazie in Progress
Il Centro europeo si distingue per il suo sguardo lungo
Parola agli Europei: l’impegno del PDE e di Renew Europe per rigenerare la democrazia europea

Sono stato a Meritare l’Europa, la periodica scuola di formazione per under 35 organizzata da Matteo Renzi e Italia Viva. È stato bello reincontrare volti amici e scambiare confronti molto interessanti con i relatori. È stata una boccata d’ossigeno per chi, come noi, crede che “Fare politica significhi capire cosa c’è dietro alle cose”.
È stata una bella edizione anche grazie alla mattinata dell’ultimo giorno dedicata all’Europa insieme ai nostri Eurodeputati Nicola Danti e Sandro Gozi. Ne sono uscito piacevolmente colpito e sorpreso dalle dichiarazioni di Sandro Gozi, secondo cui Renew Europe tramite il PDE ha deciso di fare propria in vista delle Elezioni Europee una proposta che dica chiaramente una cosa: l’evoluzione del processo di integrazione europea passa anche e soprattutto dal potenziamento e dalla valorizzazione degli istituti di democrazia partecipativa. Questo per consentire un coinvolgimento più innovativo e funzionale dei cittadini europei all’interno del processo decisionale e far sentire più vicine le istituzioni UE.
Su tutti, spiccano due punti in particolare fra le proposte del PDE: chiedere all’Unione europea di mobilitare le risorse necessarie per garantire che i cittadini europei sappiano di avere il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo (opportunità poco nota); rivedere e rendere più flessibili le regole dell’Iniziativa dei Cittadini Europei, che consente a noi cittadini di chiedere alla Commissione europea di presentare una proposta legislativa su una questione di nostro interesse.
Introdotta dal Trattato di Lisbona del 2009, l’ICE consente a un milione di cittadini provenienti da un quarto degli Stati membri dell’UE di chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa in un settore di sua competenza.
Dopo aver registrato l’iniziativa e raccolto almeno un milione di firme cartacee e online in almeno 7 paesi dell’UE, questa viene presentata alla Commissione europea. Successivamente, gli organizzatori dell’iniziativa incontrano la Commissione per discutere gli obiettivi. Una volta esaminata la proposta, la Commissione risponde riguardo alle azioni che intende intraprendere.
Quest’istituto comporta una lunga serie di procedure, e il ciclo di vita di tale iniziativa può estendersi per mesi, se non addirittura anni! Infatti, dal 2009 ad oggi, circa 14 anni, sono solo 9 le iniziative andate a buon fine e che sono riuscite ad arrivare all’attenzione della commissione europea e ad ottenere risposta, su più di 100 registrate.
A una prima lettura della documentazione e delle statistiche sul portale web si può notare che gli elementi che scoraggiano di più l’iniziativa sono, da un lato, l’obbligo di raccogliere adesioni in almeno 7 Paesi, il quale richiede uno sforzo organizzativo notevole e che può essere sostenuto solo da grandi organizzazioni già strutturate con mezzi e risorse adeguate; dall’altro lato, c’è l’estrema dilatazione dei tempi che va dalla raccolta delle firme fino all’ottenimento della risposta: un processo che potenzialmente può durare più di 2 anni, tempi che rischiano di compromettere, per vari motivi, l’attualità e l’urgenza dell’intervento in un mondo che, grazie alla globalizzazione e alla digitalizzazione, è sempre più veloce nei suoi mutamenti.
Le tempistiche e gli aspetti amministrativi rendono sconveniente promuovere iniziative di questo tipo, e, a loro volta, essendo poco frequenti, risultano poco conosciute, come le petizioni al Parlamento UE.
Pur partendo da un riconoscimento oggettivo della giusta intuizione del legislatore europeo, bisogna riconoscere che gli istituti di democrazia partecipativa europea non funzionano e non svolgono quella fondamentale funzione di rafforzamento del processo che porti a un sempre maggior coinvolgimento democratico dei cittadini e, di conseguenza, a una più ampia cessione di sovranità in sede europea.
Il fatto che il PDE e Renew Europe abbiano posto questo tema in cima alle priorità della nuova Europa mi rassicura sul fatto che, anche in questo caso, il Centro europeo si distingue per il suo sguardo lungo e la capacità di analisi necessaria per disegnare istituzioni all’avanguardia e in grado di incidere concretamente nella vita di tutti noi.
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