"La preoccupazione è forte"
Parte l’era Schlein nel Pd, Fioroni dice addio e scatta l’allarme: “Rischio emorragia di elettori e dirigenti”
Non erano neanche ufficiali i risultati delle primarie del Partito Democratico quando ieri sera Maria Elena Boschi postava: “Penso che da domani nella politica italiana cambieranno molte cose. Si apre una stagione molto interessante per i riformisti”. E per riformisti intendeva la sua formazione: quella del Terzo Polo. La nuova segretaria dem dichiarava nella notte, a risultati quasi completi, già però certi, ai giornalisti che “lavoreremo per l’unità. Non possiamo permetterci altro. Posso garantire già da oggi che il mio impegno sarà quello di essere la segretaria di tutte e di tutti indistintamente”. E invece il giorno dopo si ipotizzano già: spostamenti, migrazioni, emorragie.
A salutare per primo è stato Giuseppe Fioroni, storico dirigente della Margherita, tra i fondatori del Pd, ex ministro dell’Istruzione e sostenitore di Stefano Bonaccini al Congresso. “Io sono sempre stato uno con le valigie in mano e stavolta prendo atto che è arrivato il momento”, ha detto all’AdnKronos. “Nasce un nuovo soggetto che non è più il Pd che avevamo fondato e prendo atto della marginalizzazione dell’esperienza popolare e cattolico democratica. Per me la vittoria di Schlein rappresenta al fine di un ciclo politico. Schlein ha detto: ‘Bonaccini fa perfino le iniziative con Fioroni …’, che spazio può esserci per noi?”. Non un addio alla politica, anzi lo sprono per una “chiamata all’azione per noi cattolici democratici”, per “un nuovo progetto politico”.
C’è chi definisce quest’addio soltanto come la punta dell’iceberg, non un fatto isolato. Alla stessa agenzia dal fronte Bonaccini si raccoglie larga delusione. È l’area che fa capo a Lorenzo Guerini, parte dei dirigenti dem da Brando Benifei in Europa alle capogruppo in Parlamento oltre a un ampio schieramento di sindaci e amministratori. “Ora dipende tutto da lei”, dicono. “La preoccupazione è forte, il rischio di un’emorragia di dirigenti ed elettori è concreto”. E ancora: “Noi saremo leali, ma non diciamo che la sosteniamo. Noi restiamo a rappresentare un’area consistente del partito che Schlein non l’ha votata. A partire dagli iscritti che hanno votato Bonaccini con 18 punti di distacco”.
A sostenere la candidatura di Schlein c’era il segretario uscente Enrico Letta, gli ex ministri e capi corrente Dario Franceschini e Andrea Orlando, l’ex segretario ed ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il vicesegretario ed ex ministro Peppe Provenzano, l’ex ministro Francesco Boccia che ha coordinato anche la campagna elettorale, l’ideologo Goffredo Bettini, l’ex viceministro Antonio Misiani. Dalla parte della candidata anche i leader di Articolo 1, che potrebbero rientrare al partito, Pierluigi Bersani e Roberto Speranza. “Non ho mai promesso nulla in caso di vittoria”, aveva chiarito Schlein.
Nessuno dei cosiddetti ex renziani di Base Riformista – la candidata uscì dal partito nel 2015 proprio in polemica con l’ex premier e segretario Matteo Renzi. E infatti si osserva allo spazio al centro, al cosiddetto Terzo Polo formato da Azione e Italia Viva. Deborah Serracchiani, Simona Malpezzi, entrambe capogruppo in Parlamento, la vicesegretaria uscente Irene Tinagli, Piero Fassino, Luca Lotti e gran parte di sindaci e amministratori avevano appoggiato Bonaccini.
La suspense si sposta ora tutta sulle scelte di Schlein – che ha fissato l’Assemblea al 12 marzo. Della sua squadra potrebbero entrare a far parte, secondo Il Corriere della Sera, forse la deputata (e moglie di Franceschini) Michela Di Biase, il responsabile nazionale Stefano Vaccari, l’ex sardina Mattia Santori, Nico Stumpo e Arturo Scotto di Articolo Uno, l’ex ministro per il Sud Provenzano, l’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi, Chiara Gribaudo e Chiara Braga, Flavio Alivernini e Marco Furfaro.
“Mi spetta una grande responsabilità – aveva detto alla stampa ieri Schlein – che è quella di tenere insieme la nostra comunità, che oggi ha dato un segno straordinario di vivacità. Ci spetta di tenere insieme le sue storie, di tenere insieme le culture che hanno forgiato questo partito ma senza rinunciare a indicare una direzione chiara, che è quella che è stata scelta e che oggi è stata premiata dalle elettrici e dagli elettori che si sono recati alle urne per votare“.
© Riproduzione riservata