“Per ripartire, serve un rilancio del sistema Italia su turismo e commercio. Si rischia default per miliardi di euro”. Pasquale Russo, direttore generale di Confcommercio Campania (nella foto), mette a fuoco i danni subiti dalla ristorazione a Napoli per il Covid-19: chiusi bar, pizzerie, ristoranti, sale per cerimonie. Crociere annullate con ricaduta sul food. Zero incassi, costi invariati.

Oltre dieci giorni di stop, è possibile stimare il danno economico a Napoli e in Campania?
“C’è il blocco per le 60mila attività sul territorio. Perdita secca nel fatturato nel momento-clou, con l’avvio della primavera, del flusso turistico, con matrimoni e altre cerimonie rimandati. A metà febbraio avevamo stimato un danno da oltre un miliardo di euro per l’intero settore, tra turismo (con particolare riferimento alla ristorazione) e commercio. Dovremo presto rivedere queste previsioni. E il decreto ‘Cura Italia’ non sostiene il peso delle perdite”.

Cosa non funziona nel Cura Italia?
“Bene la cassa integrazione straordinaria, già da ieri dopo la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, tante aziende da 3-4 dipendenti hanno fatto richiesta di usufruire del provvedimento. Ma andrà prolungata. Il differimento degli adempimenti fiscali e anche il credito di imposta al 60% per gli esercenti è solo una soluzione-tampone. In generale, dopo la fine dell’emergenza sanitaria servirà un radicale cambiamento nel modo di pensare verso il turismo, il commercio, la ristorazione. La crisi non è partita il 9 marzo, con il primo decreto di Conte, ma settimane prima, con le disdette delle camere d’albergo e delle crociere e conseguente crollo dei consumi, coinvolgendo anche l’agroalimentare. Insomma, occorrono provvedimenti choc”.

Per esempio?
“Stop immediato alla burocrazia, assieme agli aiuti economici che devono arrivare dall’Italia, dall’Europa. Immettere liquidità nel mercato anche con i fondi europei, per esempio quelli previsti per i prossimi anni ma anche gli stanziamenti ancora in cassa per il periodo 2014-2020. I malati gravi devono essere curati in terapie intensiva con interventi veloci? Lo stesso dovrà avvenire per ristorazione e commercio. Altrimenti il conto sarà saldato da imprese e lavoratori”.

Quanti posti di lavoro andranno perduti?
“Pensi a questo dato: c’è un calo del 60% della produzione di patatine per la chiusura di bar e pizzerie. Impossibile produrre ora una stima sull’occupazione, sappiamo già che alcune importanti strutture alberghiere napoletane non apriranno per la stagione estiva”.

Una volta battuto il Virus, che strategia andrà messa in campo?
“I ristoratori invocano la sospensione dei pagamenti per un lungo periodo, recuperando i costi pesanti per il fitto di locazione e soprattutto una grande campagna comunicativa per restituire la fiducia a napoletani e turisti di andare a mangiare una pizza o al ristorante, oppure in crociera. I due terzi del Pil della Campania poggiano su servizi, turismo, commercio. Serve visione. Una nuova visione”.