La confusione tra il decreto e la circolare
Pasticcio sull'”autosorveglianza”, il governo si contraddice sui “contatti stretti”
Già si scivola sull’“autosorveglianza”, la misura introdotta per eliminare la quarantena per i vaccinati, ad alcune condizioni, che hanno avuto un contratto stretto con un positivo al covid-19. Scivola il governo che ha pubblicato delle norme in apparente contraddizione tra il decreto legge e la circolare del ministero della Salute. Confusione alla confusione si aggiunge se si pensa alle sanzioni che non sono state chiarite e al monitoraggio che riguarda completamente all’interessato.
L’autosorveglianza, in vigore da oggi, prevede l’eliminazione della quarantena per chi, da vaccinato col richiamo o con la seconda dose ricevuta entro 4 mesi, e per chi è guarito entro 120 giorni precedenti, ha avuto un contatto stretto con un positivo e prevede inoltre l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 in ogni contatto fino a 10 giorni dopo quello a rischio. Durante l’autosorveglianza si devono monitorare le proprie condizioni e procedere con un tampone rapido o molecolare se dovessero comparire dei sintomi. Anche se negativo, il test va ripetuto dopo cinque giorni: e qui partono i problemi.
Secondo il decreto pubblicato nella serata di giovedì 30 dicembre il periodo di autosorveglianza termina con il tampone negativo obbligatorio. Secondo una circolare del ministero della Salute gli asintomatici che restano tali per cinque giorni dopo il contatto non dovranno sottomettersi ad alcun tampone obbligatorio, e quindi solo chi accusa sintomi deve procedere al test. Questa la contraddizione.
Il giornalista di Giovanni Rodriguez ha scritto su Twitter di aver avuto conferma della versione del dicastero dallo stesso titolare, il ministro Roberto Speranza: “Amici twittaroli ho l’interpretazione ufficiale del ministro Speranza sull’auto-sorveglianza. Per i soggetti con booster, seconda dose o guarigione nei 120 giorni precedenti il periodo di auto-sorveglianza termina al 5° giorno SENZA necessità di tampone”.
Il decreto, in teoria, dovrebbe però prevalere sulla circolare. La giurista Vitalba Azzolini ha confermato questo principio a Il Post e aggiunto forti perplessità sulla comunicazione dell’esecutivo in merito all’“autosorveglianza”: “Nessuno può essere sanzionato, a meno che l’autosorveglianza non sia segnalata all’azienda sanitaria, ma se l’autosorveglianza deve essere comunicata all’azienda sanitaria non è più autosorveglianza”.
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