Lo confermano fonti governative
Patrick Zaki non può lasciare l’Egitto fino alla fine del processo: “Il suo nome è in una black list”
Patrick Zaki non potrà tornare in Italia finché non sarà finito il suo processo. Il nome del giovane studente dell’università di Bologna è stato inserito in una black list del governo egiziano e per questo non gli è consentito viaggiare all’estero prima della fine del processo e di un’assoluzione.
Lo confermano all’Ansa fonti egiziane, che hanno chiesto l’anonimato. “Sì, è nella lista nera”, hanno detto gli informatori contraddicendo quanto sostenuto da Patrick la scorsa domenica a ‘Che tempo che fa’, il programma di Fabio Fazio in onda su Rai 3. Il giovane egiziano, subito dopo il suo rilascio, aveva espresso il desiderio di tornare presto a Bologna per completare gli studi e vivere nel capoluogo emiliano. Patrick, collegato in diretta dalla sua casa egiziana con la trasmissione condotta da Fabio Fazio, aveva detto: “Poiché l’udienza non è stata ancora tenuta non riesco a lasciare il Paese ma di sicuro per il momento non ho nessun divieto di viaggiare”.
Ma le fonti egiziane confermano invece il contrario: lo studente dell’università di Bologna “non potrà andarsene fino a dopo la fine del processo”. Le fonti citate dall’Ansa spiegano che non è noto se Zaki sia in possesso del suo passaporto: “Ma non importa, perché gli è vietato viaggiare” all’estero, hanno ribadito.
La prossima udienza del processo dove Patrick è imputato per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” è fissata per il 1° febbraio, ma non ci sono elementi per stabilire la durata del processo.
In aula, la difesa del ragazzo dovrebbe presentare una già preannunciata memoria difensiva. Nell’udienza del 7 dicembre in cui ha ottenuto la scarcerazione avvenuta il giorno dopo, la sua avvocatessa, Hoda Nasrallah, ha chiesto l’acquisizione di riprese di telecamere di sorveglianza dell’aeroporto del Cairo, di un rapporto dei servizi segreti interni e di un verbale di polizia per dimostrare che tra il 7 e l’8 febbraio del 2019 Patrick fu catturato illegalmente.
Il capo del pool difensivo ha chiesto anche gli atti di un vecchio processo e la convocazione di un testimone per dimostrare che l’articolo scritto da Zaki non conteneva falsità. L’attivista egiziana rischia altri cinque anni di prigione oltre ai 22 mesi già passati in custodia cautelare.
La notizia dell’ennesima stretta del governo de Il Cairo nei confronti di Patrick non sorprende il portavoce di Amnesty International in Italia, Riccardo Noury, che all’Ansa afferma: “Nessuna meraviglia, purtroppo. Patrick è imputato in un processo di fronte a un tribunale d’emergenza e, in tale condizione, gli è vietato lasciare il Paese. C’è da sperare che quel ‘presto’ che ha auspicato, e che noi auspichiamo con lui, arrivi veramente presto, dopo l’udienza del primo febbraio. Nel frattempo occorrono pazienza e speranza”.
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