Patrick Zaki sta tornando finalmente in Italia “auguratemi buona fortuna, spero di essere lì in poche ore”: ha detto entrando all’aeroporto del Cairo assieme alla fidanzata Rény Iskander e alla sorella Marise. A salutarli all’esterno del terminal 3 c’era la madre di Patrick, la signora Hala, visibilmente commossa, e il padre George.

La “buona fortuna” che il ricercatore egiziano si è augurato era implicitamente ma chiaramente legata al fatto che la revoca del suo divieto di espatrio doveva essere formalizzata solo oggi a mezzogiorno ora egiziana, quindi meno di due ore prima del decollo previsto alle 13:55 (le 12:55 in Italia) con un volo Egyptair per Milano Malpensa da prendere per poi proseguire in auto verso Bologna.

Un augurio andato a buon fine perché da pochi minuti Zaki ha passato il controllo passaporti confermando così di aver ottenuto la revoca del divieto di espatrio a mezzogiorno di oggi. “Fatto”: si è limitato a rispondere con un messaggio all’Ansa il neolaureato egiziano dell’università di Bologna alla domanda se avesse già passato il controllo passaporti dell’aeroporto del Cairo.

Ancora ieri uno dei suoi avvocati aveva ricordato che l’unico modo per accertarsi della revoca di un divieto di espatrio, in Egitto, era quello di fare il tentativo di passare al controllo passaporti con un biglietto aereo.

“Un grazie al governo italiano per quello che ha fatto negli ultimi giorni, ho veramente apprezzato tutto quello che hanno fatto”:  ha detto Zaki a giornalisti all’aeroporto del Cairo. “Sono veramente emozionato di essere qui”, ha premesso. “Un grazie alla diplomazia italiana in Egitto”, ha aggiunto citando l’Ambasciatore d’Italia al Cairo, Michele Quaroni, e il consigliere Marco Cardoni.

Stasera atteso all’università di Bologna – La sua università, l’Alma Mater dove si è appena laureato, ha annunciato che aspetta il ricercatore per una conferenza stampa fissata alle 20.30 in rettorato, mentre d’intesa con il Comune è in programma una grande festa pubblica per celebrare il ritorno di Patrick domenica 30 luglio in piazza Maggiore.

“Per noi era un obiettivo importante, io sono molto contenta di averlo centrato e voglio dire, rispetto al dibattito di questi giorni, che non mi aspetto per questo riconoscenza, non mi interessa. Era giusto farlo e l’abbiamo fatto”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni parlando della liberazione di Zaki con implicito riferimento al rifiuto da parte dell’attivista egiziano dell’aereo messo a disposizione dal governo che ha fatto storcere il naso a più di qualcuno a Roma.

Dopo Zaki vogliamo verità su Giulio Regeni

Per Patrick Zaki i risultati con l’Egitto si sono avuti grazie alla diplomazia, e si continuerà a fare lo stesso anche “per Regeni”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista risponde a una domanda sulla liberazione di Zaki e agli aiuti al paese africano per la crisi alimentare.

“Camminano parallelamente – dice Tajani – abbiamo interessi economici in Egitto, ma questo non ci esime dall’adottare alcune iniziative diplomatiche, come fatto per Zaki e come si sta facendo per Regeni. Su entrambi i casi Al Sisi ha più volte assicurato all’Italia collaborazione e sostegno per arrivare a una soluzione. Su uno dei due si è ottenuto un risultato con l’attività diplomatica, senza clamore, senza insulti. Continueremo a fare lo stesso per Regeni”.

Giulio Pinco Caracciolo

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