Lo studente 30enne detenuto da 22 mesi per “diffusione di notizie false”
Patrick Zaki scarcerato ma non assolto, la svolta all’udienza in Egitto
Patrick George Zaki sarà scarcerato ma non assolto. È quanto fa sapere l’Ansa da Mansoura, in Egitto, dove lo studente è detenuto e dove stamane al Palazzo di Giustizia si è tenuta la terza udienza sul caso. Il 30enne, ricercatore e studente all’Università di Bologna è in carcere da 22 mesi, dal febbraio 2020, con l’accusa di “diffusione di notizie false”. La notizia è stata confermata da alcuni avvocati all’esterno del Palazzo di Giustizia. Non è ancora stato chiarito ma la scarcerazione potrebbe avvenire già tra oggi e domani. L’ordine sarebbe stato comunque già firmato.
La decisione è stata accolta con urla di giubilo all’interno del tribunale. Zaki dovrà ricomparire davanti alla Corte il prossimo 1 febbraio. “Sto bene, grazie Italia”, le parole del 30enne, in una cella nel Palazzo di Giustizia di Mansoura dove si è tenuta l’udienza, a un diplomatico italiano come riportato dall’Ansa. Presenti, come nelle precedenti udienze, due diplomatici italiani, su richiesta dell’Ambasciata italiana anche funzionari di altri Paesi (USA, Spagna, Canada), un avvocato della Delegazione dell’Unione Europea e un legale di fiducia della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo. Tutti per monitorare il processo come prima avevano fatto per tutte le sessioni di rinnovo della custodia cautelare.
Zaki non era ammanettato ed era vestito di bianco quando è arrivato in aula. Da poco è stato trasferito dalla prigione di Tora, nei pressi de Il Cairo, a quella di Mansoura, vicino casa sua. “In carcere ha freddo, nemmeno una coperta, ha ancora fortissimi dolori alla schiena. Non gli lasciano i libri per continuare a studiare”, ha detto a Il Corriere della Sera la madre Hala, intervistata nella casa dove lo studente è cresciuto. “Non gli fanno avere né acqua né cibo”, ha aggiunto il padre George. A soli quattro minuti dall’inizio l’udienza era stata sospesa: la legale del ragazzo, Hoda Nasrallah, ha chiesto l’acquisizione di altri atti per dimostrare sia una presunta illegalità durante l’arresto del 7 febbraio 2020 e sia la correttezza dell’articolo sui copti alla base del processo. Articolo che era comparso sul sito Darj.
Zaki è accusato di propaganda sovversiva per alcuni post sui social network e per alcuni articoli sulle persecuzione ai danni dei cristiani copti. È stato arrestato il 7 febbraio 2020, appena atterrato per una vacanza in Egitto. Da allora la sua custodia in carcere è stata puntualmente rinnovata. Il rinvio a giudizio è arrivato per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” sulla base di un articolo scritto dallo stesso studente. Zaki era arrivato a Bologna dopo aver vinto una Borsa di Studio per un master Gemma dedicato agli studi di genere e delle donne.
La nota della Presidenza del Consiglio: “Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime soddisfazione per la scarcerazione di Patrick Zaki, la cui vicenda è stata e sarà seguita con la massima attenzione da parte del Governo italiano”. La giornalista di Rai3 e del quotidiano Domani ha fatto sapere di aver “appena parlato al padre di Patrick. Dovrebbe uscire alle 18. È molto contento e ringrazia tutti”.
(Seguono aggiornamenti)
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