Nella giornata del pasticcio parlamentare sul Mes, la politica italiana continua a dibattere anche sull’approvazione del nuovo Patto di stabilità, che ha ricevuto il via libera mercoledì sera durante la riunione dell’Ecofin. Per il Pd è una sconfitta dell’Italia. Il M5s di Giuseppe Conte già parla di “pacco di stabilità” e il centrodestra nicchia, tra silenzi e soddisfazione di rito. Anche Matteo Renzi, da Italia Viva, va all’attacco: “C’è stata una sconfitta italiana sul Patto di stabilità. Non è Patto ma un pacco. Meloni non ce l’ha fatta. La logica a pacchetto è fallita: Meloni aveva detto che avrebbe ratificato il Mes un minuto dopo la chiusura della trattativa sul Patto”. Poi Renzi incalza: “Il governo ha fatto una figuraccia. Ma il vero tema legato al Mes è di politica interna: il campo largo non c’è e la maggioranza non è europeista”. Restano le modalità politiche con cui si è arrivati all’accordo in sede europea. Una partita pilotata dai ministri delle Finanze di Francia e Germania. Con Giancarlo Giorgetti, titolare del Mef, a fare da spettatore della trattativa tra Parigi e Berlino. Il giorno dopo, però, si nota un leggero cambio di spartito comunicativo all’interno della maggioranza di centrodestra. Giorgetti, nei momenti immediatamente successivi alla sottoscrizione del Patto, aveva lasciato trasparire una certa insofferenza rispetto alle premesse con cui si era partiti. Il ministro leghista infatti aveva parlato subito di “compromesso”, facendo capire come l’Italia non sia stata proprio protagonista del tavolo europeo.
Dalle retrovie del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia si fa sentire il deputato Massimo Milani, che “esprime soddisfazione per l’approvazione del nuovo Patto di stabilità”. Milani aggiunge, gettando il cuore oltre l’ostacolo: “Grazie al governo Meloni si inizia a contare di più in Europa”. Per l’eurodeputato Denis Nesci “il nuovo Patto migliora le condizioni del passato e scongiura il rischio del ritorno a precedenti parametri”. Deborah Bergamini, deputata di Forza Italia, non nasconde le sue riserve sull’approvazione del Patto di stabilità: “Ci sono degli aspetti positivi e degli aspetti meno positivi, ma è un compromesso al quale tutti abbiamo lavorato con forte determinazione”. “L’accordo dimostra la compattezza dell’Ue”, gira al largo Bergamini. Toni diversi da Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Il nuovo patto di stabilità contiene molte delle richieste italiane e permetterà di liberare energie da destinare alla crescita”. Tra il no al Mes e la mezza sconfitta sul Patto di stabilità, la maggioranza sembra muoversi a tentoni.
Come detto, la Lega difende con maggiore compattezza l’operato del ministro Giorgetti in Europa. Tra i leader del centrodestra, con un giorno di ritardo, si fa sentire Matteo Salvini: “Abbiamo dato l’ok al Patto di stabilità che ha qualche passo in avanti rispetto ai tagli lacrime e sangue degli anni passati però dall’Europa mi aspetto la difesa dei confini italiani che sono confini europei”. Sempre dalla Lega si espone il sottosegretario del Mef Federico Freni. “Abbiamo detto sì perché il nuovo Patto di stabilità recepisce gran parte delle nostre richieste”, spiega Freni in un’intervista a Repubblica. Il sottosegretario rivendica: “L’Europa ha preso atto della necessità di non soffocare la crescita con una correzione dei conti pubblici troppo gravosa e soprattutto ingiustificata: non torneremo all’austerity”. Da FdI nel pomeriggio arriva la reazione di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che parla di “compromesso positivo” sul Patto. In serata commenta anche il sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari: “Con il nuovo Patto di stabilità europeo l’Italia guadagna 35 miliardi di euro l’anno”.
Pd e M5s, invece, continuano a cavalcare l’onda. Per Schlein il governo è “un danno alla credibilità del Paese”. I grillini insistono sul “pacco”: “Le nuove regole sono peggiori di quelle precedenti, siccome al posto del pacchetto è arrivato il pacco”.