Politica
Patto di stabilità, stop Green Deal. Appello Meloni: “Dalla Ue via le zavorre”

Giorgia Meloni ha colto l’occasione migliore, la visita a Ortona (Chieti) per un orgoglio italiano come la nave scuola della Marina Militare Amerigo Vespucci, per lanciare una bomba diretta a Bruxelles e alle istituzioni europee. Un messaggio chiaro più che contro i dazi imposti dagli Stati Uniti, sull’entità e sul metodo della reazione europea. Perché la prontezza – al di là delle aspirazioni sul terreno della Difesa – non è una caratteristica tipica dell’Unione europea, non solo perché alla fine ogni Stato bada al proprio interesse, ma anche per la complessa macchina burocratica. In più l’Europa, prima di imbastire una risposta, dovrebbe valutare le crepe interne e i limiti che non dipendono dagli altri, ma dal proprio passato recente. Del resto, la speranza è quella che anche in campo economico e strategico si abbandonino utopie e rigorismi, per un pragmatismo dettato se non altro dalle necessità del presente.
Per questo la premier ha sollecitato l’Europa a compiere un’azione di introspezione politica, traduzione del più evangelico: “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. Secondo Meloni, “in questo momento possiamo fare intanto alcune cose a livello europeo che sono importanti. Forse dovremmo ragionare di sospendere le norme sul Green Deal in tema di automotive, settore colpito dai dazi”. Settore che potrebbe infatti essere tentato dall’implicito invito trumpiano a delocalizzare negli Stati Uniti, penalizzando la filiera italiana e tedesca in particolare. Quindi Bruxelles è chiamata senza appello a porre fine a una follia per ora solo rimandata. Poi la presidente ha puntato il dito contro il Patto di stabilità, vera e propria scure che incombe sui Paesi membri, ricordando come esista “una norma che si chiama clausola generale di salvaguardia che prevede una deroga”, auspicando una riflessione sul tema.
Poi c’è l’energia, e qui il verbo meloniano è netto: “C’è una materia energetica che è fondamentale, bisogna accelerare sulla riforma del mercato elettrico. Sull’energia forse bisogna essere un po’ più decisi e coraggiosi. Intanto ragioniamo su che cosa anche noi possiamo fare, sfruttando una difficoltà per farla diventare un modo per fare dei passi avanti importanti in una fase che lo richiede”. In effetti la storia ci insegna che in stagioni turbolente e critiche come questa nascono grandi opportunità politiche e strategiche. Questo non è il momento del panico ma della volontà, in particolare quella di sganciarsi dalle zavorre che la stessa Europa ha creato e imposto a sé stessa.
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