Per chi fa il tifo e desidera un Partito Democratico finalmente sganciato dal Movimento 5 Stelle l’affaire Marianna Madia è un colpo al cuore. Delusione, esplosa a mezzo stampa, dopo le dichiarazioni dell’ex ministra a Repubblica. “Io non ho dubbi sul fatto che la responsabilità di questa crisi sia del M5S”, esordiva senza mezzi termini Madia tanto per cominciare. E poi rincarava la dose, affondava fino a ispirare un chiarimento, una presa di distanze, tramite una nota della segreteria dem.

“Quel che più mi colpisce in questa brutta vicenda è la spregiudicatezza. Oggi l’Italia vive tali e tante emergenze – guerra, pandemia, crisi energetica, inflazione, carestia, siccità immigrazione – che avrebbe bisogno di leader in grado di mettere davanti a tutto l’interesse nazionale il grido di dolore di migliaia di famiglie e di imprese che rischiano di non farcela”. Vere e proprie bordate, quelle dell’ex ministra per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione nei governi Renzi e Gentiloni, al Movimento 5 Stelle.

“Il Pd è un partito abituato a discutere e a fare delle scelte, anche sofferte, ma collettive, io perciò posso solo rispondere solo per me stessa. E penso che con il M5S di Conte ci sia una incompatibilità di cultura politica che preclude qualunque intesa futura. Il punto qui non è accordarsi su un programma, di temi condivisi ce ne sono tanti. Esiste però una profonda differenza sul modo di intendere la politica come servizio al Paese: se apri una crisi senza badare a ciò che ti succede intorno, alla sofferenza degli italiani, per quanto mi riguarda non è possibile alcuna alleanza”.

Madia crede che il Pd possa arrivare al 30% – secondo SWG per La7 al momento è al 22,1%, in scia di Fratelli d’Italia – intercettare chi non ha punti di riferimento, anche al centro. Ricorda che Conte è stato per quasi tre anni Presidente del Consiglio, perfino che l’impulso di Renzi a far saltare quel governo bis (con il Pd tra l’altro) aveva l’obiettivo di “portare un presidente del Consiglio ritenuto da un pezzo della sua maggioranza incapace di affrontare e risolvere le emergenze del Paese”.

Troppo, troppo per il Nazareno. Fonti di partito interpellate dall’AGI ci hanno tenuto infatti a precisare che la posizione di Madia “non riflette il pensiero della segreteria Pd”. Chiarimento sconfortante per chi a sinistra crede che Letta debba liberarsi da quello descritto spesso come un abbraccio mortale con Conte, con il M5s che è inesistente alle urne, in picchiata nei sondaggi, che perde pezzi in Parlamento, che ha portato alla crisi di governo. Madia, invece, ha raccolto il consenso di Ettore Rosato e Luciano Nobili di Italia Viva e del senatore dem Andrea Marcucci.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.